Ma che cavolo c'entri con l'Occidente?
a sinistra: Napolitano, quando ancora non faceva finta che il Papa gli stesse simpatico.
AGI) - Roma, 30 nov. - I paesi occidentali devono aprirsi alla conoscenza della cultura dei paesi asiatici "senza presumere di essere portatori di una civilta' superiore". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiudendo la giornata dell'Asia e del Pacifico a Villa Madama. Il Capo dello Stato ha parlato di "secondo scambio fra le nostre culture non trascurando anche la dimensione religiosa" e ha ribadito che in questo dialogo con le culture orientali l'Italia e l'Europa "possono immettere un ricco patrimonio: un patrimonio antico e recente di civilta'" che si riassume "nell'imperio del diritto, nel rispetto del pluralismo, nel riconoscimento dei diritti individuali e collettivi e nella fedelta' ai principi di liberta' e di democrazia e nell'economia sociale di mercato". Ma se l'Occidente "non rinuncia a tali valori - ha aggiunto Napolitano - dobbiamo tuttavia disporci al confronto senza vecchie presunzioni e senza devianti e paralizzanti timori. Senza presumere cioe' - ha sottolineato - di essere portatori, come occidentali, di una civilta' superiore e aprendoci invece a un maggiore sforzo di conoscenza di civilta' non meno ricche, come la recente significativa letteratura sui valori asiatici ci induce a comprendere". L'invito del presidente della Repubblica, e' quello, gia' tante volte ribadito di "non cedere ad atteggiamenti difensivi e ad anacronistiche tentazioni protezionistiche in campo economico, ma anche a guardinghe chiusure in campo culturale".
Caro Napolitano, tu non sei la persona più adatta a parlare di Occidente. Perchè? perchè sei comunista. Ovvero, perchè per decenni e decenni hai sostenuto un'ideologia che dell'Occidente è l'antitesi. Quindi, è logico che non ci tieni tanto ai valori di cui l'Occidente è portatore. Hai dedicato la tua vita a tentare di distruggerli.
P.s. per gli smemorati, ecco il discorso che Napolitano pronunciò mentre l'Armata Rossa, nel 1956, sterminava gli ungheresi:
Come si può, ad esempio, non polemizzare aspramente col compagno Giolitti quando egli afferma che oltre che in Polonia anche in Ungheria hanno difeso il partito non quelli che hanno taciuto ma quelli che hanno criticato? È assurdo oggi continuare a negare che all'interno del partito ungherese - in contrapposto agli errori gravi del gruppo dirigente, errori che noi abbiamo denunciato come causa prima dei drammatici avvenimenti verificatisi in quel paese - non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni, giungendo a fare appello alle masse contro il partito. È assurdo oggi continuare a negare che questa azione disgregatrice sia stata, in uno con gli errori del gruppo dirigente, la causa della tragedia ungherese. Il compagno Giolitti ha detto di essersi convinto che il processo di distensione non è irreversibile, pur continuando a ritenere, come riteniamo tutti noi, che la distensione e la coesistenza debbano rimanere il nostro obiettivo, l'obiettivo della nostra lotta. Ma poi ci ha detto che l'intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere - e qui sarebbe stato meglio che, senza cadere lui nella doppiezza che ha di continuo rimproverato agli altri, si fosse più chiaramente pronunciato, che l'intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell'Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenamento di una guerra calda, l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo. Cosa c'entrano queste parole con l'Occidente?
AGI) - Roma, 30 nov. - I paesi occidentali devono aprirsi alla conoscenza della cultura dei paesi asiatici "senza presumere di essere portatori di una civilta' superiore". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiudendo la giornata dell'Asia e del Pacifico a Villa Madama. Il Capo dello Stato ha parlato di "secondo scambio fra le nostre culture non trascurando anche la dimensione religiosa" e ha ribadito che in questo dialogo con le culture orientali l'Italia e l'Europa "possono immettere un ricco patrimonio: un patrimonio antico e recente di civilta'" che si riassume "nell'imperio del diritto, nel rispetto del pluralismo, nel riconoscimento dei diritti individuali e collettivi e nella fedelta' ai principi di liberta' e di democrazia e nell'economia sociale di mercato". Ma se l'Occidente "non rinuncia a tali valori - ha aggiunto Napolitano - dobbiamo tuttavia disporci al confronto senza vecchie presunzioni e senza devianti e paralizzanti timori. Senza presumere cioe' - ha sottolineato - di essere portatori, come occidentali, di una civilta' superiore e aprendoci invece a un maggiore sforzo di conoscenza di civilta' non meno ricche, come la recente significativa letteratura sui valori asiatici ci induce a comprendere". L'invito del presidente della Repubblica, e' quello, gia' tante volte ribadito di "non cedere ad atteggiamenti difensivi e ad anacronistiche tentazioni protezionistiche in campo economico, ma anche a guardinghe chiusure in campo culturale".
Caro Napolitano, tu non sei la persona più adatta a parlare di Occidente. Perchè? perchè sei comunista. Ovvero, perchè per decenni e decenni hai sostenuto un'ideologia che dell'Occidente è l'antitesi. Quindi, è logico che non ci tieni tanto ai valori di cui l'Occidente è portatore. Hai dedicato la tua vita a tentare di distruggerli.
P.s. per gli smemorati, ecco il discorso che Napolitano pronunciò mentre l'Armata Rossa, nel 1956, sterminava gli ungheresi:
Come si può, ad esempio, non polemizzare aspramente col compagno Giolitti quando egli afferma che oltre che in Polonia anche in Ungheria hanno difeso il partito non quelli che hanno taciuto ma quelli che hanno criticato? È assurdo oggi continuare a negare che all'interno del partito ungherese - in contrapposto agli errori gravi del gruppo dirigente, errori che noi abbiamo denunciato come causa prima dei drammatici avvenimenti verificatisi in quel paese - non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni, giungendo a fare appello alle masse contro il partito. È assurdo oggi continuare a negare che questa azione disgregatrice sia stata, in uno con gli errori del gruppo dirigente, la causa della tragedia ungherese. Il compagno Giolitti ha detto di essersi convinto che il processo di distensione non è irreversibile, pur continuando a ritenere, come riteniamo tutti noi, che la distensione e la coesistenza debbano rimanere il nostro obiettivo, l'obiettivo della nostra lotta. Ma poi ci ha detto che l'intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere - e qui sarebbe stato meglio che, senza cadere lui nella doppiezza che ha di continuo rimproverato agli altri, si fosse più chiaramente pronunciato, che l'intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell'Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenamento di una guerra calda, l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo. Cosa c'entrano queste parole con l'Occidente?
2 Commenti:
Bobo,ti ho spedito dl materiale,spero ti sia arrivato.
Ma noi SIAMO superiori, ci mancherebbe ! Vorrei vedere cosa inviano nello spazio i beduini, a parte le preghiere ad Allah.
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