Una preghiera per il Santo Padre
Sua Santità tra pochi giorni partirà per uno dei viaggi apostolici più pericolosi e impegnativi di tutta la storia recente della Chiesa. E io tremo, per due motivi: il primo, il più ovvio:temo per l'incolumità del Papa. Ma, devo essere sincero, questa è la paura minore. Ai Turchi non conviene che il Papa muoia nel loro paese: sarebbe un evento di portata tale che persino il sonno mortale della nostra Europa ne sarebbe scosso. C'è però un altro pericolo, più subdolo, ma forse anche più letale: che Benedetto XVI, una volta laggiù, subisca le pressioni incrociate delle autorità musulmane e delle gerarchie cattocomuniste che ancora infestano il cattolicesimo ( siccome mi piace puntare il dito, faccio anche i nomi: Martini, Tettamanzi e il francese Poupard), e si senta costretto, in segno di risarcimento per le sue (sacrosante) parole di Ratisbona, a sottoporsi ad un'umiliazione pubblica, come fu quella di Giovanni Paolo II quando si inginocchiò in una moschea per chiedere scusa delle crociate. Questo sarebbe davvero terribile. Perchè Benedetto XVI ha rappresentato, fino ad oggi, la fermezza, il rigore, il coraggio, da contrapporre alla mollezza dei tanti politici nostrani. Se il Papa dovesse essere costretto ad umiliarsi, non sarebbe l'umiliazione di un solo uomo.Sarebbe l'umiliazione di tutta l'Europa cristiana. Santità, attenzione: in questo viaggio correrà grandi pericoli, dovrà fare appello a tutta la sua intelligenza (che è grande) e a tutta la sua Fede (che è immensa). Dal suo comportamento nei prossimi giorni, dipenderà una parte del futuro della Cristianità. Perchè dovrà trovare risposta a questa domanda: il Cristiano deve dialogare in ginocchio, o in piedi?
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