Il Reazionario

Sono un reazionario, postero mio diletto, perché mi oppongo al progresso e voglio far rivivere le cose del passato. Ma un reazionario molto relativo, perché il vero bieco reazionario è chi, in nome del progresso e dell'uguaglianza sociale, vuol farci retrocedere fino alla selvaggia era delle caverne e poter così dominare una massa di bruti progrediti ma incivili. (Giovannino Guareschi)

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Località: Bologna, Bologna, Italy

Studente all'università di Bologna, 21 anni,dotato di scarsa simpatia per il comunismo...

giovedì, dicembre 13, 2007

L'Italia dei Benigni

Fino a venti anni fa i protagonisti dello spettacolo che restituivano al Paese la sua immagine, che ne rappresentavano la realtà, erano i registi cinematografici. Erano De Sica, Visconti, Fellini, a dirci cos’era l’Italia. A dircelo con il film, cioè con un racconto che era insieme anche un discorso. Oggi invece è l’avanspettacolo, restituito a nuova vita dalla tv, il luogo della rappresentazione italiana.Oggi sono Celentano, Luttazzi, Guzzanti, Benigni—i cosiddetti comici e alcuni cantanti—a tenere la scena. Parlano anch’essi dell’Italia, hanno lo stesso ruolo politico che a suo tempo fu del cinema, ma ne parlano a modo loro, naturalmente: con lo sketch, con il ritornello, una battuta, spesso con qualche insulto. Vale a dire in modi che cancellano ciò che invece c’era sempre nel racconto cinematografico, proprio in quanto tale: la ragione e alla fine una speranza. Oggi, invece, suoni, ghigni e risate sembrano tetramente annunciare che sul futuro italiano sta calando la tela. (Ernesto Galli Della Loggia-Corriere della Sera)

Leggendo queste osservazioni mi è tornata alla mente la cupissima poesia di Edgar Allan Poe, quella che termina con "Un'orrida folla che ride,/Ma non sorride mai più.". Non sono un grande ammiratore di Galli Della Loggia, lo trovo spesso troppo fumoso, intellettuale nel senso peggiore del termine, incapace di fornire soluzioni pratiche. Ma questa volta mi sa che ha visto giusto. In Italia il talento dei narratori va spesso di pari passo con le fortune del paese. E quando milioni di persone si sorbiscono i sermoni di un Celentano o di un Benigni senza fiatare, senza chiedersi "ma come si permette questo pirla di darci lezioni, se volevo sentire la predica andavo dal parroco!?!", allora vuol dire che la nazione si sta progressivamente rimbambendo. Speriamo di invertire al più presto la rotta.

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