Il Reazionario

Sono un reazionario, postero mio diletto, perché mi oppongo al progresso e voglio far rivivere le cose del passato. Ma un reazionario molto relativo, perché il vero bieco reazionario è chi, in nome del progresso e dell'uguaglianza sociale, vuol farci retrocedere fino alla selvaggia era delle caverne e poter così dominare una massa di bruti progrediti ma incivili. (Giovannino Guareschi)

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Località: Bologna, Bologna, Italy

Studente all'università di Bologna, 21 anni,dotato di scarsa simpatia per il comunismo...

martedì, aprile 24, 2007

appunti sulla Francia


1) i nostri giornali hanno parlato di una "Francia divisa a metà". Ridicolo. Sarkozy ha conquistato Parigi, Marsiglia, Nizza, Lione, Tolone, Digione, Lille,Dunkerque, Le Havre, Rouen,Metz, Nancy,Reims,Caen,Le Mans, Orleans, Strasburgo,Grenoble,Aix-en-Provence ,Saint-Étienne, Valence,Montpellier, Perpignano, Bastia,Ajaccio, lasciando alla rivale solo pochi dipartimenti ed un paio di città sonnacchiose. (qui la cartina)

2) Evidente la sconfitta di Le Pen, che comunque sfiora i 4 milioni di elettori, nonostante sia ormai vecchiotto, ed abbia dovuto vedersela con uno dei candidati più a destra di tutta la storia francese, che fatalmente gli ha sottratto spazio di manovra.

3) Quello di cui nessuno parla, è il tracollo degli estremismi di sinistra. Si salvano i trozchisti, guidati dal giovane Besancenot, probabilmente grazie alla misoginia che anima ancora, diciamolo pure, una buona fetta della vecchia sinistra europea. Ma gli altri partiti della sinistra estrema sono stati cancellati. Nel 2002 il partito comunista aveva il 3,37%, oggi si deve accontentare dell'1,9. I verdi sono precipitati al 1,57, dal 5,25% che erano. Lotta operaia, infine,ha dovuto subire il doppio smacco di perdere i 3 quarti dei propri voti, e di veder votare per Sarkozy tutti i più importanti dipartimenti industriali.

4) Quanto a Bayrou. Diciamo che in Italia si affrontano Berlusconi, la Melandri (per capirci...) e Casini, in un sistema come quello francese. Al secondo turno vanno la Ds (pardon, Pd...) e Silvio, ma Casini ottiene un risultato lusinghiero. Ora, secondo voi, se anche Casini si schierasse apertamente con la Melandri, tutti i suoi elettori farebbero lo stesso? E questa è esattamente la situazione francese, in quanto l'Udf di Bayrou è sempre stato, almeno in tempi recenti, una costola del centrodestra. Dubito fortemente, quindi, che tutti i suoi elettori siano disposti a voltare gabbana. Di Follini ce n'è uno per nazione, non di più.

5) Il dato che salta più agli occhi è questo: la Francia è un paese dove al primo turno, il 45% dell'elettorato,quasi 17 milioni di persone, non ha avuto problemi ad identificarsi con un candidato conservatore, si chiamasse Sarkozy, Le Pen, De Villiers o Nihous. Quindi, comunque vada il secondo turno, bisogna ammettere che queste elezioni costituiscono un punto di svolta della politica francese. I salotti radical chic ormai non rappresentano più la Francia.

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lunedì, aprile 16, 2007

Tanti auguri, Santità!


mercoledì, aprile 11, 2007

2 o 3 cose da dire su Gino Strada

Non ho mai potuto soffrire questa specie di santone, che si precipita in tutti i paesi dove si svolge un conflitto armato con degna copertura mediatica. L'ho sempre considerato un fenomeno da piccolo schermo, uno dei tanti personaggi adatti a Studio Aperto per intenderci. Il personaggio adatto ai tempi moderni, superficiali e mediocri. Quante persone conosco che ragionano più o meno così: "vado in giro con il logo di emergency, quindi sono un/a ragazzo/a dai profondi ideali"!. Tuttavia, questa mia antipatia di fondo non aveva mai trovato riscontri certi. Ora possiamo dire di sapere qualcosa in più su questo signore.

Prima cosa: è un gran bugiardone. E gli piace molto prendersi i meriti altrui.





Gino Strada 1. E' il 3 novembre 2006. Il fotoreporter Gabriele Torsello è stato appena liberato dai talebani. Strada è intervistato da Repubblica. «Questo epilogo premia il nostro modo di stare in Afghanistan. (...) E' stata premiata la credibilità che Emergency si è costruita in Afghanistan in tanti anni di lavoro». «Si parla di riscatto», azzarda l'intervistatore. Risposta di Strada: «Non ne so nulla, noi ci siamo occupati di tenere aperto il dialogo, non della mediazione».Gino Strada 2. E' il 9 aprile 2007. Adjmal Naqeshbandi, l'interprete del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, è stato appena decapitato dai talebani. Strada è intervistato da Sky Tg24:
Il governo italiano pagò due milioni di dollari per la liberazione di Gabriele Torsello, il fotoreporter italiano rapito nel sud dell’Afghanistan nell’ottobre del 2006 e rimasto per 23 giorni nelle mani dei sequestratori. Lo ha detto a Sky Tg24 il fondatore di Emergency Gino Strada, che ha aggiunto che il denaro fu affidato a Rahmatullah Hanefi, direttore dell’ospedale dell’organizzazione a Kabul, arrestato dai servizi segreti afghani perché sospettato di essere coinvolto nel sequestro di Daniele Mastrogiacomo.Le differenze?1) Contrariamente a quanto detto da Strada nella prima intervista, è stato pagato un riscatto e Strada sapeva tutto, tant'è che affidò la consegna dei soldi al suo più stretto collaboratore afgano.2) Contrariamente a quanto detto da Strada nella prima intervista, il merito della liberazione di Torsello, più che alla «credibilità che Emergency si è costruita in Afghanistan in tanti anni di lavoro», deve andare ai soldi pagati dal governo italiano ai talebani, con ogni probabilità provenienti dai fondi del deprecato Sismi.Che Strada nell'ottobre del 2006 abbia mentito per coprire chi ha condotto la trattativa e consegnato i soldi ci sta tutta, anche se qualcuno forse dovrebbe stupirsi vedendolo inventarsi frottole come fosse un SilvioBerlusconi o un Romano Prodi qualunque (il "no comment" è stato inventato apposta per evitare di dire simili bugie). Che abbia provato a dare ad Emergency meriti che spettano solo al malloppo sganciato dai servizi segreti italiani, invece, ci sta un po' meno.Sull'uccisione di Adjmal Naqeshbandi, su questo stesso blog:
Una vita in cambio di una vita (Fausto Carioti)





La seconda: si serve di personaggi loschi, molto loschi.





Grande preoccupazione oggi soprattutto negli ambienti dei Ds: i servizi italiani infatti hanno notificato all'esecutivo una valutazione di sostanziale attendibilità delle accuse lanciate dai servizi segreti afghani contro Ramatullah Hanefi. Se così è -e così pare proprio che sia- è accadiuto che Romano Prodi ha ordinato a Arturo Parisi -che non era d'accordo, ma ha dovuto obbedire- di assegnare a Gino Strada non la funzione -ovvia- di canale, ma la gestione completa ed esclusiva del rapimento Mastrogiacomo, emarginando completamente il Sismi a favore del fiduciario di Strada -Ramatullah Hanefi, appunto- che però sarebbe effettivamente colluso coii Talebani e addirittura con i rapitori. La stessa improvvisa, rapidissma partenza di tutta l'equipe di Emergency da Kabul la notte scorsa, alla luce di queste notizie assume colori sempre più accesi. Arturo Parisi, il giorno stesso della liberazione di Mastrogiacomo, si è pubblicamente dissociato, con un'intervista a Francesco Verderami del Corriere, da quella decisione che ha dovuto subire e ha pronosticato un esito infausto della vicenda.Così è stato. Karzai ha pagato il prezzo richiesto dai Talebani -su pressioni urgenti e pressanti di Prodi, proccupato soprattutto dal voto al Senato sull'Afghanistan- ma Ramatullah Hanefi, unico e assoluto gestore della trattativa, non ha garantito lo scambio con Mastrogiacomo e Adjan, poi barbaramente ucciso.Una collana di errori, di scelte che tradiscono il più elementare senso dello Stato che ha portato per di più a un esito vergognoso: la salvezza dell'italiano e la morte dei due afghani.Il governo non cadrà per questo, ma la metastasi si allarga. (Carlo Panella)


La terza, che negli anni di piombo era un personaggio molto, molto violento. La parola Katangesi suggerisce qualcosa?


Ecco, perchè dico questo? Perchè siccome adesso il nostro eroe tornerà in Italia salutato come un santo laico, invitato a tutte le trasmissioni del paese, intervistato da tutta la galassia della stampa buonista (copertina congiunta "Manifesto" e "Famiglia Cristiana"), osannato da tutto il gotha dei cantanti, degli attori e dei comici italici (sempre pronti a correre dietro a tutto ciò che nasconda quanto siano vuoti e insipidi), ammesso di diritto in tutte le terrazze della Roma-Bene, in tutti i salotti della Milano- Bene, in tutti i letti delle troione-bene, io andrò soggetto a diversi travasi di bile. E così almeno non sarò l'unico a soffrire per colpa del signor Gino Strada. Mal comune... ;-)

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martedì, aprile 10, 2007

Che abbia ragione Odifreddi?

Perché non possiamo dirci cattolici: bocciati in religione

Milano - Pasqua. Quasi un quarto degli italiani - il 23,2 per cento - non sa che questo è il giorno della resurrezione di Gesù. Incredibile? Proviamo con un classico del catechismo: che cosa è la Trinità? Qui i risultati sono anche peggiori: il 30,7 per cento fa scena muta, un altro 12,4 per cento sbaglia risposta, per un totale pari al 43,1 per cento. Solo il 56,1 per cento degli intervistati se la cava bene e spiega che la Trinità è la misteriosa essenza di Dio, che è al tempo stesso una e tre persone.Ma sì, diciamo la verità senza presunzione. Pontifichiamo tutti, è proprio il caso di dirlo, se il Papa apre bocca sui Dico o afferma che il Diavolo esiste; discettiamo con familiarità di Maria Maddalena e con Dan Brown ipotizziamo chissà quali retroscena sulla vita di Cristo, ma poi, stringi stringi, se andiamo ai fondamentali della fede annaspiamo. Il Giornale, attraverso lo studio Ferrari, Nasi& Grisantelli, ha interpellato 600 persone. Da Nord a Sud, più o meno istruite, rappresentative del Paese. Attenzione: 600 persone battezzate e adulte. Un campione, per di più, che al primo quesito, quanto lei si definirebbe religioso?, ha risposto in modo positivo, dimostrando sul campo che il cordone ombelicale con la Chiesa non è stato tagliato: il 25,9 per cento ha detto di essere molto religioso, il 34 mediamente religioso, solo il 37 per cento poco o per niente religioso, mentre il 3 per cento non ha saputo dare indicazioni.Dunque, 6 persone su dieci, grossomodo, sono attaccate alla tradizione bimillenaria da cui provengono, ma poi, in concreto, si smarriscono davanti a domande non proprio insormontabili. Possibile che il 76,4 per cento non sappia cosa vuol dire Cristo? E che il 59, 2 per cento non riesca a mettere in fila i nomi dei quattro evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni? Un ignorantissimo 24 per cento non sa nemmeno che Gesù è Dio fattosi uomo.Le cose vanno un po’ meglio se si domanda: chi è l’autore del Padre nostro? È Gesù e il 51,2 per cento del campione l’azzecca. Un italiano su due. Più o meno la stessa percentuale, 52,6 per cento, che ha messo a fuoco l’Immacolata concezione. Se scendiamo in profondità scopriamo che le donne sono più informate, oltre che tradizionalmente più pie, degli uomini: conoscono con precisione il dogma dell’Immacolata il 57,5 per cento delle intervistate contro il 47,4 degli uomini. Si può anche vedere che il Triveneto mantiene qualcosa della sua storia cattolicissima, almeno in rapporto alle altre aree del Paese: fra Verona e Trieste dà la risposta giusta il 59,8 per cento del campione, contro il 47 per cento del Triangolo industriale, il 49,7 per cento della cosiddetta Zona rossa e il 56,6 per cento del più tradizionaleggiante Meridione.Si arretra davanti al Credo: il 59 per cento degli italiani l’ha probabilmente ascoltato e forse ripetuto in chiesa, ma non ricorda che contiene l’intera essenza della fede cattolica. Va anche peggio davanti a un quesito trabocchetto: i cristiani credono nell’immortalità dell’anima o nella resurrezione della carne? Solo il 37,2 per cento sa che andremo in cielo col nostro corpo e si perde in teorie vagamente spiritualiste o new age. Non parliamo poi dei dieci comandamenti. Già don Carlo Gnocchi, educatore straordinario, prima ancora che l’Italia dimenticasse le lucciole, scoprisse il benessere e si laicizzasse, si arrabbiava perché i fedeli trasudavano ignoranza e non avevano mai letto i Vangeli. Altri tempi. Oggi, come mettono impietosamente in luce le tabelle, gli italiani riescono a pescare in media non più di tre comandamenti su dieci. E davanti al più semplice dei punti di domanda, che cosa è per i cattolici la Chiesa?, 70,4 su cento si smarriscono in un labirinto di forse, ma, incespicamenti vari.In conclusione, provvisoria, solo l’8,8 per cento viene promosso a pieni voti; il 37,4 mostra una conoscenza sufficiente, oltre la metà verrebbe bocciato all’esame di catechismo e di questo un buon 17 per cento non sa praticamente nulla. Ancora una volta le donne hanno più dimestichezza con i misteri - l’11,9 ha un’alta conoscenza della religione, il 42,2 sufficiente - ma è una magra consolazione. ( Il giornale)

Per dire che gli americani che non conoscono i comandamenti sono in buona compagnia! Senza alcun intento polemico, Captain! ;-) Aggiungo poi che coloro che proclamano: " sono cristiano ma non praticante," " sono un cattolico del dissenso","Credo in Dio ma non sopporto questa Chiesa","Il Papa è ricco e al mondo la gente soffre", "Il Papa è tedesco e ciò non è bello","Mi chiamo Romano Prodi", di solito sono ignoranti da far spavento. Anche perchè, voglio dire, se uno va in chiesa tutte le domeniche prima o poi almeno il Credo gli entra nella zucca. Se uno crede di essere un esperto di cristianesimo solo perchè ha letto Dan Brown, invece, è messo maluccio.
p.s. Vi assicuro che NON ha ragione Odifreddi, era solo per mettere un titolo un po' originale...

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domenica, aprile 08, 2007

Tanti auguri per una Santa Pasqua!


venerdì, aprile 06, 2007

E se lo dice La Repubblica...


C'è da crederci!

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martedì, aprile 03, 2007

pensiero minimo

Telecom in mani messicane? Sempre meglio che telecomunista...Curioso però, che le sinistre riscoprano solo ora il nazionalismo."telecom deve rimanere in mani Italiane!". Ma non erano discorsi da fascisti? Qui Carioti dice la sua.

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domenica, aprile 01, 2007

La democrazia di Dio

(ANSA) - WASHINGTON, 1 APR - Il 91% degli americani dice di credere in Dio, secondo un sondaggio pubblicato dal settimanale Usa 'Newsweek'. In totale, l'87% delle persone interpellate ha risposto di appartenere a una religione specifica, con i cristiani largamente in testa (82%). Il 5% ha detto di aderire a una confessione non cristiana, soprattutto Ebraismo o Islam. Il 48% respinge la teoria dell'evoluzionismo e il 34% dei laureati accetta come vera la storia della creazione.
Buona domenica delle palme, vecchia, stanca e cinica Europa.

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