Il Reazionario

Sono un reazionario, postero mio diletto, perché mi oppongo al progresso e voglio far rivivere le cose del passato. Ma un reazionario molto relativo, perché il vero bieco reazionario è chi, in nome del progresso e dell'uguaglianza sociale, vuol farci retrocedere fino alla selvaggia era delle caverne e poter così dominare una massa di bruti progrediti ma incivili. (Giovannino Guareschi)

Nome:
Località: Bologna, Bologna, Italy

Studente all'università di Bologna, 21 anni,dotato di scarsa simpatia per il comunismo...

mercoledì, novembre 28, 2007

Svizzera, baluardo della Ragione

In questo video,che tanto clamore sta suscitando nelle ultime ore, si vede qualcosa di strano, o discriminatorio? non mi pare.Si racconta, con un esempio concreto, la storia di tanti giovani africani che arrivano in Europa credendo di venire a fare vita da nababbi e che invece spesso si riducono come il giovane protagonista (alle donne di solito va molto peggio). Il Governo svizzero, che ha commissionato il video e lo ha inviato a svariate tv africane (ben felici di trasmetterlo), si è dimostrato ancora una volta il più serio e lungimirante d'Europa. Ovviamente, i soliti antirazzisti da sbarco hanno iniziato a strillare come vergini oltraggiate. E' l'unica cosa che sanno fare, non è il caso di stupirsi. Ma questo video segue l'idea, purtroppo ancora ben lontana dalla sua applicazione pratica, di "immigrazione scelta, non subita" tanto cara a Sarkozy. Perchè, se uno sostiene che ogni paese ha una ricettività limitata, che aiutare tutti significa non aiutare realmente nessuno, che selezionare chi arriva è anche nell'interesse degli stessi immigrati, viene automaticamente bollato come razzista? I veri razzisti non saranno coloro che vorrebbero un' immigrazione indiscriminata e di massa al solo scopo di avere manodopera a basso costo facilmente ricattabile, oppure certi politici che,perso il voto proletario indigeno, vedono negli immigrati solo un serbatoio di voti? Siamo sicuri che gridare ai quattro venti"avanti c'è posto per tutti!"quando il posto per tutti non c'è, non sia in realtà la più bieca e subdola forma di razzismo?

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sabato, novembre 24, 2007

Ricordando Mishima

Difficile, quasi impossibile capire perchè un uomo sano, di successo, ricco e famoso, all'apice della sua fortuna di uomo e di scrittore, decida di togliersi la vita. Difficile pensare che si possa rinunciare al bene supremo in nome di un ideale. Ebbene, Yukio Mishima, il più grande scrittore giapponese del '900, l'ha fatto. E questo valore era proprio l'amore per una patria che non sentiva più come sua. Un gesto splendidamente simbolico? Una profanazione inutile?Difficile darsi una risposta. Ma la grandezza dell'uomo non può essere messa in discussione.

Abbiamo atteso quattro anni. L’ultimo anno con particolare fervore. Non possiamo più attendere. Non c’è più motivo di attendere coloro che continuano a profanare se stessi. Attenderemo ancora solo trenta minuti, gli ultimi trenta minuti. Insorgeremo insieme ed insieme moriremo per l’onore. Ma prima di morire ridoneremo al Giappone il suo autentico volto. [...] Noi ora testimonieremo a tutti voi che esiste un valore più alto del rispetto della vita. Questo valore non è la libertà, non è la democrazia.E' il Giappone. Il paese della nostra amata storia, delle nostre tradizioni. Il Giappone.Non c'è nessuno tra voi disposto a morire per scagliarsi contro la Costituzione che ha disossato la nostra cara patria? Se esiste, che sorga e muoia con noi! Abbiamo intrapreso quest'azione nell'ardente speranza che voi tutti, a cui è stato donato un animo purissimo,possiate tornare ad essere veri uomini, veri guerrieri. (Ultime parole di Mishima)

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giovedì, novembre 15, 2007

E ti senti improvvisamente monarchico...


L'avrete già visto, ma Juan Carlos che zittisce Chavez è , per l'istituzione monarchica, uno spot migliore delle opere di De Maistre! ;-)

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Cassa(zio)nate/2

Dire "non fai un cacchio" ad un dipendente che non fa un cacchio è reato.Così ha stabilito la Suprema Corte.E io, come al solito, non sono in grado di entrare nel merito della sentenza. Non stupiamoci però poi se i nostri migliori cervelli fuggono all'estero, o se la nostra economia ristagna e gli imprenditori mancano di iniziativa. Quando il massimo organo del potere giudiziario del paese si impegna a promuovere e tutelare la mediocrità e la nullafacenza, cos'altro ci possiamo aspettare?Mi lancio in un paragone: gli atroci suicidi dei "primi della classe" che hanno caratterizzato la cronaca di recente non avranno radici nel malinteso permissivismo e nel livellamento verso il basso che ormai caratterizza l'intera società italiana, a cominciare dalle sue più alte autorità?

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lunedì, novembre 12, 2007

Storace non mi piace.(E il suo partito ancora meno)

Confesso: nel 2005, alle regionali, diedi il primo voto della mia vita alla lista di Alessandra Mussolini.Lo feci spinto dall'emozione, non dal cervello. Però non rimpiango quella scelta (anche perchè il candidato rosso aveva abbondantemente stracciato tutti:gesto con nessuna conseguenza quindi il mio). Perchè la Mussolini mi ha sempre dato l'impressione della pescivendola: però onesta. Una persona che non eccede per cultura, ma che non ha nel proprio DNA istinti machiavellici. Quando Sentì parlare male di suo nonno uscì sbattendo la porta. Semplicemente, senza pianificare l'impresa, senza copertura mediatica. Un fallimento annunciato. Ma proprio per questo, non posso fare a meno di provare simpatia per questo incrocio tra le due razze meno giudiziose d'Italia, la romagnola e la napoletana. Questa donna, che pur non essendo molto di destra (diciamocelo) non ha avuto remore a venire a patti con i fantasmi della destra più estrema, sempre e solo nel nome del nonno. Ecco, le stesse ragioni che mi spinsero a fare la croce su quel nome così scomodo della storia d'Italia, mi spingono a provare sentimenti di forte antipatia nei confronti del neonato partito di Storace. Fondato sul puro calcolo (Storace sono quattro anni che lavora sott'acqua per andarsene) da un uomo che crede di essere migliore del suo ex capo, solo perchè non è mai ricorso al divorzio.I sacri valori (Dio-Patria-Famiglia) in questo modo diventano il più becero strumento di ricatto. Ovviamente, il buon Storace sorvola sugli aspetti meno nobili e più arraffatori della sua carriera.Questo bugiardo, che odia i democristiani ma che quando governa si comporta come i peggiori tra loro.Questo ignorantello, che non si è vergognato nel farsi nominare ministro della sanità al posto dell'ottimo Sirchia, con risultati immaginabili. Mi dispiace che i suoi camerati però non se ne ricordino. Già, i camerati: a partire da Buontempo, ruderi della destra "stile Roma anni '70", quella che partorì, per intenderci, Fioravanti ed Izzo. Brutti ricordi di un'Italia che per fortuna non c'è più. E che non vorrei veder tornare. E poi la Santanchè! Discetta di valori, quella che si presenta come un avvoltoio tutte le volte che si parla della ragazza pachistana assassinata. Quella che sogna un "partito incazzato con la bava alla bocca" : e Monsignor Della Casa dovette ritirare il suo endorsement. Lei, puro fenomeno mediatico inventato e foraggiato da quel volpone di Feltri in funzione antifiniana. Perchè, dietro questa bella idea, c'è poi sempre lui, Dio Silvio. Che si diverte un mondo ad incasinare i propri alleati, ma così facendo allontana sempre di più la nomina di un erede, sempre più necessaria (tempus fugit). In sintesi: questa Destra non mi piace umanamente, ideologicamente, e la ritengo un disastro dal punto di vista politico. Ci abbiamo messo sessant'anni ad uscire dal ghetto, noi conservatori,noi liberisti, noi monarchici, noi cattolici di destra. Con Storace almeno una parte di questo mondo rischia di righettizzarsi. A questo punto, meglio quell'infoiato di Fini. Parafrasando Kennedy: Preferisco uno che fotte le donne rispetto ad uno che fotte la destra.

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mercoledì, novembre 07, 2007

Ma il Corriere ci è o ci fa?




Qualche tempo fa vi avevo parlato di un articolo fazioso del Corriere della Sera. A quanto pare in via Solferino ci hanno preso gusto, e stavolta hanno rivoltato come una frittata le parole del più famoso medico della tv, il Dr. House. Leggetevi tutta la storia, in questo succoso post del sempre informato Christian Rocca! (intanto, io mi chiedo perchè continuo come un pirla a comprare il Corriere...)






Domenica il Corriere della Sera aveva sulla sua prima pagina uno scoop mondiale, anzi due. Il primo era questo: una nota serie tv americana, Dr. House, ambientata in una clinica universitaria del New Jersey e centrata sulle vicissitudini di un medico burbero, dei suoi colleghi e dei suoi pazienti, ha inaspettatamente affrontato il tema, rullo di tamburi, della sanità. Strano, in effetti. Il secondo scoop è quello che ha fatto planare l’articolo di Alessandra Farkas in prima pagina col titolo “Il Dottor House a pugno chiuso contro Bush”. A corredo c’era anche un commento radical pop di Maria Laura Rodotà che, per l’occasione, s’è inventata l’espressione “housismo-leninismo” per definire l’ultimo e vacuo innamoramento ideologico della sinistra. Era successo che nell’ultimo episodio della serie, Dr. House – col solito tono di sfottò nei confronti dei pazienti, ma soprattutto per farla pagare alla sua superiora Lisa Cuddy – avesse detto a un gruppo di persone non coperte da assicurazione sanitaria che “Michael Moore aveva ragione” nel denunciare l’enorme numero di non assicurati tra gli americani. Era un modo, come ha detto lo stesso Dr. House un secondo prima della frase su Moore, di “farla pagare alla Cuddy”, cioè alla sua capa, promettendo ai poveri e ignari pazienti, in nome della revolucion, una cosa impossibile e che avrebbe soltanto causato guai al suo boss, ovvero “risonanze, esami PET, visite neuro-psichiatriche e stanza privata per tutti”. E per marcare la presa in giro ai pazienti e a Moore, il dottor House ha stretto il pugno e urlato “Combatti il sistema!”, lui che è noto per “non voler obbedire alla tipica pietas della vita moderna”.Il Corriere, insomma, non ha capito l’acida ironia del protagonista della serie, ma in ogni caso, anche se l’avesse colta, non si capisce che cosa c’entrino i milioni di americani non coperti da assicurazione sanitaria con George W. Bush. Dr. House, ovviamente, non fa il minino cenno “alle politiche sanitarie dell’Amministrazione Bush, oggi difese a spada tratta da candidati repubblicani quali Rudy Giuliani e Mitt Romney” contro cui, secondo il Corriere, il medico della fiction si sarebbe “scagliato”. Il riferimento a Bush è soltanto un salto illogico del giornale, anche perché non è Bush a togliere l’assicurazione agli americani o a non volergliela dare. Prima di Bush, ai tempi di Clinton, per esempio, non è che i non assicurati di oggi fossero coperti. La questione dei bambini non poveri (giacché quelli poveri sono già coperti dallo stato) è più complicata, perché Bush sostiene che gran parte dei 4 milioni che il progetto democratico vorrebbe coprire ha già un’assicurazione privata, quindi si tratterebbe di uno sperpero di denaro pubblico (ah, la Casta!) che andrebbe a discapito dei veri bisognosi. Di più. L’idea che “Rudy Giuliani e Mitt Romney” difendano “le politiche sanitarie di Bush” non sta in piedi, nemmeno a commento di una serie televisiva. Mitt Romney, intanto, è stato il primo e unico governatore di un grande stato americano (il secondo è un altro repubblicano, Arnold Schwarzenegger) ad aver imposto la copertura sanitaria universale e pubblica ai cittadini del Massachusetts, con un piano simile al progetto di Hillary Clinton. Bush, poi, ha tentato di allargare la copertura degli americani con un sistema di portabilità e controllo individuale del proprio conto sanitario, ma il suo piano è stato sconfitto al Congresso. Infine, la sua Amministrazione sarà ricordata per aver ampliato a dismisura il programma federale Medicare, fino a fornire gratuitamente anche le medicine a tutti gli anziani. La riforma di Bush è il più grande intervento pubblico degli ultimi 40 anni, circostanza su cui Giuliani e Romney semmai non sono entusiasti, proprio perché ispirata a principi interventisti e liberal. (Christian Rocca)

p.s: quello nella foto è proprio lui, Hugh Laurie, quando ancora recitava con Rowan Atkinson nella popolare serie tv inglese Blackadder. Già allora, come si evince dalla foto, era un intellettuale sovversivo di sinistra. Consiglio al Corriere di scriverci una bella serie di articoli sopra. E magari a Veltroni di farci su un libro (il 106esimo, secondo i miei calcoli, da quando è sindaco di Roma).




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lunedì, novembre 05, 2007

Quanto sei brutta Roma...

...Grazie a Veltroni. Volevo scrivere un post sul degrado di Roma, integrandolo magari con foto o filmati, ma poi mi sono reso conto che sarebbe stata un'impresa improba, dato che:
1) Di filmati, solo su youtube, ce ne saranno più di 50 (provate a cercare cose come "degrado roma", e vedrete)
2) Esiste già un bel sito, che si chiama appunto "degrado di Roma". Consiglio a tutti di visitarlo e farlo conoscere a più persone possibili. La gente si deve rendere conto che il mito del buon governo veltroniano è per l'appunto un mito.

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giovedì, novembre 01, 2007

Il 20,5% ha a cuore la sicurezza: vogliamo raddoppiare?



Tutti, ora, si riempiono la bocca con la parola "sicurezza".Perfino Veltroni si atteggia a sceriffo, anche se il degrado di Roma e le recenti tragedie che ne sono conseguite sono in gran parte merito suo. Eppure, quanti sono gli italiani davvero interessati alla sicurezza della nazione? Il 20,5%, come ho scritto nel titolo. Questo valore l'ho ottenuto sommando i voti alla camera per Alleanza Nazionale (12,3%), Lega Nord (4,6%), Italia dei Valori (2,3%) e i piccoli partiti dell'estrema destra (1,2% tutti assieme). Cos' hanno in comune questi partiti?
Semplice, sono gli unici le cui segreterie si sono opposte all'indulto.Questo è un dato di fatto: quei partiti non se la sono sentita di barattare la sicurezza del paese, e questo conferisce loro una patente di affidabilità cui altri non possono aspirare. Ovviamente, prima del 2006 la gente non poteva avere la certezza che soltanto queste formazioni non avrebbero accettato l'iniqua disposizione.Quindi, in molti hanno sbagliato in assoluta buona fede, e molte persone che hanno a cuore il problema hanno votato per partiti che si sono poi mostrati inaffidabili.
Ma ora gli Italiani sanno. E alle prossime elezioni, siano nel 2008 o nel 2011, non potranno ignorare il fatto che solo votando i partiti cui sopra si può pensare di tutelare la sicurezza della propria nazione.Se l'elettore x, nonostante tutto, sceglierà di spendere il proprio voto in altro modo, vorrà dire che non ritiene il problema sicurezza così pressante e gli antepone altre questioni. Legittimo. Ma dopo,sarà meglio che l'elettore x non si lamenti della delinquenza imperante. Anche lui avrà contribuito a crearla e a mantenerla.

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