Il Reazionario

Sono un reazionario, postero mio diletto, perché mi oppongo al progresso e voglio far rivivere le cose del passato. Ma un reazionario molto relativo, perché il vero bieco reazionario è chi, in nome del progresso e dell'uguaglianza sociale, vuol farci retrocedere fino alla selvaggia era delle caverne e poter così dominare una massa di bruti progrediti ma incivili. (Giovannino Guareschi)

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Località: Bologna, Bologna, Italy

Studente all'università di Bologna, 21 anni,dotato di scarsa simpatia per il comunismo...

giovedì, dicembre 20, 2007

S' avanza uno strano conservatore...




“Va riconosciuto appieno il significato storico del cristianesimo per la nostra nazione. Dobbiamo esserne tutti consapevoli e celebrarlo. La tradizione cristiana ha avuto un ruolo significativo nel garantire la libertà religiosa e di espressione” . L'ha detto il ministro della coesione sociale inglese, laburista, nel corso di una polemica con un'organizzazione laicista. Parole già di per se notevoli, in bocca ad un britannico di sinistra. Ma se l'inglese in questione si chiama Parmjit Dhanda, è di religione Sikh, ed ha questa faccia qui , allora uno tende per forza di cose a stupirsi. Tuttavia, chi segue con attenzione le cronache dal mondo, non potrà fare a meno di notare questo dato di fatto: sempre più spesso, tra coloro che difendono il diritto a perpetuare le nostre tradizioni occidentali, ci sono persone le cui origini sono distantissime dal mondo europeo o nordamericano. Chi è, in Italia, la persona più critica verso l'islamismo, se non Magdi Allam, Egiziano? Ed in Gran Bretagna, l'intellettuale più ferocemente contrario all'immigrazione incontrollata e all'amicizia con paesi come l'Arabia Saudita?Il Premio Nobel Naipaul, figlio di genitori indiani e nato a Trinidad, che non ha mai nascosto le sue simpatie conservatrici. In Olanda, dopo l'assassinio di Theo Van Ghogh, chi è stata la sola o quasi a non nascondersi dietro un dito?la Somala Ayaan Hirsi Ali. E il nuovo governatore repubblicano della Louisiana, una specie di falco ultraconservatore su molti argomenti, è Bobby Jindal, che è anche il primo governatore statunitense di origine indiana.

E' quantomeno singolare che siano proprio gli immigrati (certi immigrati) che ci ricordino il valore del nostro retaggio culturale, e che siano disposti anche a difenderlo. Persone come quelle che ho appena citato sono una risorsa. Speriamo proprio di non gettarla via.

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sabato, dicembre 15, 2007

Un libro che consiglio: "Contro i Giovani"

Contro i giovani. Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni autori: Tito Boeri, Vincenzo Galasso.

Quante persone si lamentano del declino dell'Italia!Eppure, sono molto pochi coloro che azzardano delle diagnosi precise. Ancora meno, quelli che osano proporre soluzioni. Questi due docenti tentano di fare entrambe le cose, a mio parere con successo. E' un libro che vale molto di più della tanto celebrata "Casta" di Rizzo e Stella. Ma è anche molto più scomodo, e gode quindi di minore pubblicità. Io comunque l'ho trovato lucido e rigoroso. Lo consiglio a tutti, ma soprattutto agli under 30. Di seguito la recensione, che potete trovare anche su bol.it.
L'Italia è certo il paese occidentale più protettivo nei confronti dei propri figli. Siamo una delle società in cui il sostegno delle famiglie ai giovani è più forte e in cui la permanenza dei figli tra le mura della casa in cui sono nati è più lunga. Ma il risultato di questa condizione eccezionale è che proprio gli italiani, che tanto sembrano fare per i loro discendenti, sono, fra tutti i paesi sviluppati, il popolo che più sta agendo contro i giovani. È una situazione paradossale, ma è davvero così: l'amore sterminato dei genitori italiani per i propri figli non ha frenato la più massiccia redistribuzione di risorse dalla generazione dei figli a quella dei genitori di cui si abbia traccia in epoca recente. In poco più di dieci anni abbiamo raddoppiato il nostro debito pubblico e promesso pensioni molto generose, nonostante il calo della fertilità e l'allungamento della vita: su ogni giovane italiano oggi gravano 80.000 euro di debito pubblico e 250.000 euro di debito pensionistico. Lo abbiamo fatto non tanto per costruire infrastrutture, migliorare la qualità dell'istruzione o della vita nelle grandi città, ma per pagare pensioni di invalidità a volte di dubbia assegnazione, creare posti pubblici spesso inefficienti, concedere baby pensioni e generose pensioni di anzianità, cedere alle pressioni di rappresentanze di interessi specifici e di breve respiro. Insomma, pensiamo molto ai nostri figli, lottiamo per assicurare loro un buon futuro, ma non pensiamo per nulla ai figli degli altri, vale a dire ai giovani in quanto tali. Come dimostrano Tito Boeri e Vincenzo Galasso, questa combinazione di altruismo privato e di egoismo pubblico è diventata un freno molto forte alla crescita del paese e rappresenta una pesante ipoteca sul nostro futuro. E infatti l'Italia, messa a confronto con i suoi concorrenti europei, mostra di aver già iniziato a perdere slancio. Esiste una soluzione? La soluzione, secondo Boeri e Galasso, potrebbe dipendere, prima di tutto, dal coraggio dei quarantenni di oggi. Per la cosiddetta 'generazione di mezzo' è infatti arrivato il momento di prendere posizione e di imboccare la strada che porta ad alcune riforme essenziali. Riforme del mercato del lavoro, del mondo delle professioni, dei servizi, del sistema pensionistico e del welfare. Ma anche di sostegno alla maternità e a favore del merito, in ogni ambito e a ogni livello. Tutte scelte difficili, ma di certo non più rinviabili. Perché è solo prendendo una posizione a favore e non contro i giovani - di quelli che già ci sono ma anche di quelli che verranno - che il nostro paese può tornare a essere davvero grande.

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giovedì, dicembre 13, 2007

L'Italia dei Benigni

Fino a venti anni fa i protagonisti dello spettacolo che restituivano al Paese la sua immagine, che ne rappresentavano la realtà, erano i registi cinematografici. Erano De Sica, Visconti, Fellini, a dirci cos’era l’Italia. A dircelo con il film, cioè con un racconto che era insieme anche un discorso. Oggi invece è l’avanspettacolo, restituito a nuova vita dalla tv, il luogo della rappresentazione italiana.Oggi sono Celentano, Luttazzi, Guzzanti, Benigni—i cosiddetti comici e alcuni cantanti—a tenere la scena. Parlano anch’essi dell’Italia, hanno lo stesso ruolo politico che a suo tempo fu del cinema, ma ne parlano a modo loro, naturalmente: con lo sketch, con il ritornello, una battuta, spesso con qualche insulto. Vale a dire in modi che cancellano ciò che invece c’era sempre nel racconto cinematografico, proprio in quanto tale: la ragione e alla fine una speranza. Oggi, invece, suoni, ghigni e risate sembrano tetramente annunciare che sul futuro italiano sta calando la tela. (Ernesto Galli Della Loggia-Corriere della Sera)

Leggendo queste osservazioni mi è tornata alla mente la cupissima poesia di Edgar Allan Poe, quella che termina con "Un'orrida folla che ride,/Ma non sorride mai più.". Non sono un grande ammiratore di Galli Della Loggia, lo trovo spesso troppo fumoso, intellettuale nel senso peggiore del termine, incapace di fornire soluzioni pratiche. Ma questa volta mi sa che ha visto giusto. In Italia il talento dei narratori va spesso di pari passo con le fortune del paese. E quando milioni di persone si sorbiscono i sermoni di un Celentano o di un Benigni senza fiatare, senza chiedersi "ma come si permette questo pirla di darci lezioni, se volevo sentire la predica andavo dal parroco!?!", allora vuol dire che la nazione si sta progressivamente rimbambendo. Speriamo di invertire al più presto la rotta.

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martedì, dicembre 11, 2007

Ieri sul Giornale, a Destra-destra!

(attenzione: post ignobilmente autoincensatorio)
Grazie al preziosissimo L'altra rossa, ho scoperto che ieri il mio blog è stato menzionato (in un angolino, ma tanto basta) sul Giornale che fu di Montanelli, nell'ambito di un' inchiesta sulle varie anime che abitano la Città dei Liberi. La cosa mi ha fatto un enorme piacere, anche perchè vengo citato insieme a molti mostri sacri del mondo dei blog. Mi scoccia un po' come hanno definito la categoria cui apparterrei (destra-destra) quasi a dire questi-qui-son-fascisti-ma-non-si-può-dire. Di sicuro però sono in compagnia di ottimi compagni di strada: L'osservatore di Romano, che un filino fascista forse lo è ma che comunque è bravissimo, Blacknihgts, il cui autore mi ha aiutato a fare i primi passi nella blogsfera, Saura Plesio bellissimo blog molto elitario e molto scozzese (due pregi indiscutibili) ed infine il blog di una promessa della destra italiana, Giorgia Meloni!Insomma, a conti fatti mi è andata più che bene, visto anche il ridotto numero di aggiornamenti che ormai è una costante di questo blog, e vista la foltissima concorrenza (sono quasi 1400 i blog di Tocqueville, ne hanno nominati una settantina). Ora passiamo ai doverosi ringraziamenti:
1)ringrazio i giornalisti del Giornale, che con questa clamorosa svista hanno messo a repentaglio la propria carriera.
2) ringrazio i blogger che si vedono accomunati al sottoscritto, e che nonostante questo non sporgeranno denuncia.
3) ringrazio le decine di blogger più meritevoli di me che sono rimasti esclusi, e che nonostante questo non hanno reputato necessario intasarmi la mail con spiacevoli profanità.
4) ringrazio L'altra rossa, che se non era per lui non me ne accorgevo manco morto.
5) ringrazio infine il Giornale tutto per questa bella iniziativa, e ovviamente ho prontamente cestinato il post che avevo in preparazione: "quanto è brutto il Giornale di Giordano". ;-)
Per finire, ecco i link alle pagine del Giornale di ieri. Vi lascio indovinare qual è quella in cui è nominato il blog.

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sabato, dicembre 01, 2007

E' brutto dire "l'avevo detto"?

Ho pensato a quei due in carcere e alla pena di morte che meriterebbero, Ha dichiaratato Azouz Marzouk poco tempo fa. Giusto, gli assassini meriterebbero la pena di morte. Così come gli spacciatori di droga, specialmente se recidivi. Scherzi a parte, forse questo caso potrebbe aiutare molta gente a capire che un comune delinquente salito agli onori della cronaca non diventa un santo: di solito, rimane un delinquente. Ed io comunque lo scrissi già un anno fa...

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