Il Reazionario

Sono un reazionario, postero mio diletto, perché mi oppongo al progresso e voglio far rivivere le cose del passato. Ma un reazionario molto relativo, perché il vero bieco reazionario è chi, in nome del progresso e dell'uguaglianza sociale, vuol farci retrocedere fino alla selvaggia era delle caverne e poter così dominare una massa di bruti progrediti ma incivili. (Giovannino Guareschi)

Nome:
Località: Bologna, Bologna, Italy

Studente all'università di Bologna, 21 anni,dotato di scarsa simpatia per il comunismo...

venerdì, marzo 30, 2007

La migliore analisi che ho trovato finora

Romano Prodi ha ragione quando dice che il voto di martedì al Senato sulla missione militare in Afghanistan «rappresenta una svolta politica». Dimostra di non avere capito nulla di questa svolta, però, quando aggiunge che, grazie ad essa, «la maggioranza si rafforza sempre di più». È vero esattamente il contrario. La svolta politica cui si è assistito l’altra sera a palazzo Madama è la rinascita ufficiosa del grande centro. Prodi può brindare per una sera - il fatto di essere ancora al governo dopo il voto sull’Afghanistan giustifica il prezzo della bottiglia - ma la sua coalizione adesso è più debole, perché alla sua destra si è consolidato un nuovo soggetto politico, dai contorni sempre più chiari, i cui progetti sono opposti non solo a quelli di Berlusconi, ma anche a quelli dello stesso Prodi. Pier Ferdinando Casini, Clemente Mastella e Marco Follini nelle occasioni importanti agiscono sempre più spesso come un unico partito, sotto lo sguardo interessato di Francesco Rutelli e dell’ala cattolica della Margherita. Sguardo che potrebbe trasformarsi in abbraccio se il partito democratico, destinato sulla carta a unire Ds e Margherita, non dovesse nascere, o se nascesse appoggiato su basi troppo vicine al partito socialista europeo.Il collante che oggi lega la pattuglia neocentrista non solo è più forte di quel poco di convenienza reciproca che ancora unisce l’Udc agli altri partiti del centrodestra, ma è anche più saldo del legame che tiene attaccati i centristi dell’Unione a Prodi e al suo sconquassato governo. Non a caso, Prodi e Berlusconi sono considerati da tutti costoro allo stesso modo: due leader da rottamare. Stavolta hanno messo in minoranza il leader dell’opposizione, ma da domani sono pronti a fare lo stesso con il presidente del consiglio. Ad esempio se dovesse avere il coraggio di tirare fuori dal cassetto il provvedimento sui Dico, il riconoscimento giuridico delle coppie etero ed omosessuali. Provare per credere.Così, se davvero martedì sera sperava di avere allargato la sua maggioranza, Prodi ha sbagliato di brutto. Simili illusioni dovrebbe avergliele tolte già ieri lo stesso Casini, quando una delegazione dell’Udc è andata al Quirinale per chiedere a Giorgio Napolitano di mandare a casa il professore bolognese e dare vita a un «governo di salute pubblica». Non proprio il regalo che ti aspetteresti dall’ultimo arrivato nel giro dei tuoi amici. Certo, la richiesta dell’Udc è strumentale. Serve innanzitutto a evitare la fuga degli elettori cattolici di centrodestra, ostili a Prodi, verso Forza Italia e An. Molti di loro, adesso si staranno pentendo di aver votato un partito i cui esponenti, per due volte di fila (la prima poche settimane fa , grazie al salto della quaglia di Follini), hanno salvato il governo più a sinistra che l’Italia ricordi. Ma è anche vero che Casini non ha alcun interesse a portare acqua gratis al mulino di palazzo Chigi, perché sarebbe per lui un suicidio elettorale.Il segretario dell’Udc, invece, ha interesse a prendere tempo. Innanzitutto per logorare Berlusconi il più a lungo possibile. Casini - a torto o a ragione - è convinto che, se questa legislatura finirà intorno alla sua scadenza naturale, Berlusconi non potrà fare il candidato leader alle prossime elezioni. E poi il tempo gli serve per tessere la tela che lo lega, sempre più salda, agli altri centristi, con i quali si unirebbe in matrimonio una volta cambiata la legge elettorale, magari reintroducendo quel sistema proporzionale che garantirebbe a un partitone di centro di governare ininterrottamente da una legislatura all’altra, semplicemente cambiando partner di danza: oggi la sinistra, domani la destra.Quando, un mese fa, illustrò il nuovo programma del suo governo, rappresentato sostanzialmente da un unico punto, la riforma della legge elettorale, Prodi disse che intendeva lavorare a una norma «che garantisca ai cittadini di poter scegliere non solo un partito, ma anche un programma, una coalizione, una proposta di governo, un primo ministro». Insomma, Prodi difende con le unghie quel bipolarismo che lo ha generato e che ha permesso a lui, candidato senza partito, di diventare due volte premier. È la stessa cosa che sta a cuore a Berlusconi, per motivi simili. Ma il progetto dei neocentristi è opposto. Lo ha riassunto benissimo il più schietto di loro, Mastella, quando, pochi giorni fa, gli è stato chiesto se non stesse lavorando al ritorno del grande centro «che di volta in volta sceglie di governare con la destra o la sinistra». E lui ha risposto: «Che male ci sarebbe?».Stesso principio che muove i ragionamenti di Casini, il quale sogna un partito di centro capace di attrarre il 10-15 per cento degli elettori. Un progetto che andrebbe in porto il giorno in cui fosse introdotto un sistema elettorale proporzionale con clausola di sbarramento, sul modello tedesco, come desiderano il leader dell’Udc e la gran parte dei centristi. Per Prodi sarebbe la fine, e per questo, con un colpo di mano, ha avocato al suo governo il compito di disegnare la riforma elettorale, dopo che Massimo D’Alema aveva aperto alle richieste degli ex dc.Fatto sta che prima, ogni volta che potevano, i centristi di destra e sinistra marciavano divisi per colpire assieme. Adesso, approfittando della debolezza estrema di Prodi e dell’esilio cui è relegato Berlusconi, si prendono il lusso di marciare ostentatamente compatti. Hanno iniziato a flirtare già in avvio di legislatura, con l’elezione di Napolitano alla presidenza della Repubblica. Allora, l’Udc non votò il candidato scelto da Berlusconi, Gianni Letta, e fece pressing (invano) per far convergere tutti i voti della Cdl su Napolitano. Poi, nel momento del bisogno, quando Prodi sembrava sul punto di cadere, Follini ha lasciato l’Udc per puntellare il governo, pronosticando che presto Casini lo avrebbe seguito. Casini non lo ha fatto, ma ha votato assieme a Prodi e in disaccordo con Berlusconi il rifinanziamento della missione in Afghanistan, senza ottenere in cambio la garanzia di migliori armamenti per i soldati italiani. Intanto, nei giorni scorsi, tornando sull’aereo di Stato di Mastella dal vertice del partito popolare europeo che si è tenuto a Berlino, i due ex leader del Ccd hanno discusso come ritrovarsi nella stessa lista con gli altri dc alle elezioni europee del 2009, che saranno il vero spartiacque di questa legislatura (ammesso che duri tanto). Per allora, l’Italia di Mezzo, il sedicente partito di Follini, sarà stato fagocitato da Mastella, con cui si presenterà alleato alle prossime Amministrative. La porta, ovviamente, può considerarsi aperta sin d’ora a tutti gli esponenti della Margherita presi dai crampi all’idea di allearsi nel partito democratico con gli ex comunisti.Molto si capirà già nei prossimi giorni. La città chiave, spiegano i bene informati, è Verona. La deriva di Casini si arresterà, almeno per un po’, se Berlusconi, come appare probabile, accetterà di candidare a sindaco per la Cdl Alfredo Meocci, indicato dall’Udc, scontentando la Lega, che punta sull’assessore regionale Flavio Tosi. Ma se Berlusconi, dopo lo schiaffo ricevuto al Senato, dovesse dichiarare guerra all’Udc e puntare sull’uomo del Carroccio, Casini potrebbe decidere di fare un nuovo, definitivo salto in avanti. Cioè al centro.
(Fausto Carioti)

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mercoledì, marzo 28, 2007

Oggi faccio la pubblicità ad una birra

Semplicemente splendido. Grazie a mentecritica per averlo postato, pur essendo un blog tendente a sinistra.

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martedì, marzo 27, 2007

L'Inferno esiste. Parola di Papa


L’inferno, «del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno». Lo ha detto Benedetto XVI ieri mattina durante l’omelia della messa che ha celebrato nella parrocchia romana di Santa Felicita e Figli martiri, al quartiere Fidene. Il Vangelo del giorno racconta l’episodio dell’adultera, salvata dalla lapidazione dalle parole di Gesù, il quale si era rivolto agli accusatori della donna dicendo loro «Chi è senza peccato, scagli per primo la pietra». Dopo la silenziosa fuga della folla di uomini pronti a lapidare la peccatrice, Cristo aveva detto alla donna: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Il Papa ha citato in proposito le parole di Sant’Agostino: «Il Signore condanna il peccato, non il peccatore. Infatti, se avesse tollerato il peccato avrebbe detto: “Neppure io ti condanno, va’, vivi come vuoi... per quanto grandi siano i tuoi peccati, io ti libererò da ogni pena e da ogni sofferenza”. Ma non disse così».Benedetto XVI ha quindi spiegato che l’obiettivo di Gesù non è una disputa teorica sulla legge ma la salvezza di un’anima: «Per questo è venuto sulla terra, per questo morirà in croce ed il Padre lo risusciterà il terzo giorno. È venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l’inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore. Anche in questo episodio, dunque, comprendiamo che il vero nostro nemico è l’attaccamento al peccato, che può condurci al fallimento della nostra esistenza».
Questo Papa è un Grande. Mi dispiace essere monotono, ma come si fa a non amare una figura del genere? Un vero pastore: quando vede che il suo gregge tende a dimenticarsi di una parte importante di ciò che chiamiamo Cristianesimo, lui non perde tempo a chiedersi: "ma sarà poi giusto, ricordare certe cose?sarà politicamente corretto?". Lui le ricorda e basta, se occorre più e più volte. E' uno dei pochissimi uomini d'Occidente che non rende omaggio al Politically correct, ma alla Verità. E infatti l'inferno esiste, eccome. E pure il diavolo. Su questi argomenti, sono profondamente ignorante. Non posso sapere se l'inferno sia un luogo fisico, o se il demonio abbia davvero l'aspetto che noi immaginiamo (ne dubito, a dire il vero), ma sono sicurissimo della loro esistenza. Io sono convinto che il demonio si palesi in due modi, apparentemente opposti. Il primo modo, è quello più eclatante, la possessione demoniaca. Questo viene usato di solito su persone deboli, gli adolescenti in modo particolare, che nella maggioranza dei casi nutrono un interesse morboso nei suoi confronti. Potrei raccontare alcune storie, vissute da persone a cui va la mia più totale fiducia, ma non lo farò: internet è un pessimo mezzo per divulgare certi fatti. Comunque, chi voglia approfondire le proprie conoscenze riguardo alle possessioni, troverà alcuni libri scritti da esorcisti. In ogni caso, il diavolo usa il metodo della possessione per piegare anime deboli, semplici, direttamente al suo volere. Il secondo grande metodo di cui fa uso Satana, è di gran lunga più insidioso. Consiste nel rendersi invisibile. Il diavolo sa bene che molte persone, anche cristiane, non credono in lui. Il trucco sta nel mantenerli salde in tale certezza. Non vi è mai capitato di incontrare qualcuno, magari ottimamente istruito, magari aperto al dialogo su qualsiasi altro argomento, magari persino fermamente credente, che però si irrigidisce non appena qualcuno nomina il diavolo? Ecco, temo che in molte circostanze simili, la presenza del maligno sia assai probabile. Il diavolo sa benissimo che la sua negazione può essere un primo passo per arrivare alla negazione di Dio. Sa anche che, se un uomo si convince della non esistenza del demonio e dell'inferno, quindi della non-esistenza di una Punizione, gli sarà molto più difficile vedere i Comandamenti come qualcosa di diverso che inutili costrizioni.
Per questo, specialmente con le persone istruite, o ancora meglio che si credono tali, Satana ha ogni interesse a mantenerle nell'ignoranza e nell'assoluta negazione riguardo se stesso. Peccato, per Satana, che a volte certi uomini gli si parino davanti, e proclamino la sua esistenza a questo mondo cinico e incredulo. E tra questi uomini possiamo annoverare il vecchio Papa e quello attuale. Due gatte da pelare, per l'angelo caduto.

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sabato, marzo 24, 2007

Il Papa sul pericolo demografico

Con la denatalita' l'Europa rischia di congedarsi presto dalla Storia. E' l'ammonimento di Papa Ratzinger che oggi ha incontrato i vescovi europei a 50 anni dai Trattati. "Questo processo puo' portare anche all'individualismo - ha proseguito il pontefice - e l'unificazione invece non e' da tutti condivisa. Sembra che i suoi "capitoli" siano stati scritti "senza tener conto delle attese dei cittadini". L'altra accusa all'Europa e' di aver dimenticato valori come il cristianesimo: "L'Europa rischia una apostasia da se stessa, prima ancora che da Dio". (Corriere)
Stampiamocele in testa queste parole: pura verità, come praticamente tutto ciò che costituisce il pensiero di questo grande Papa.

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venerdì, marzo 23, 2007

L'Utile Idiota:Odifreddi


Lancio questa modestissima rubrichetta: ogni settimana, mi impegno a scrivere di un "utile idiota", ovvero di un personaggio pubblico che, consapevolmente o meno, concorre alla distruzione dei valori più preziosi della nostra cultura.


Oggi parliamo di Piergiorgio Odifreddi, insigne (??) matematico che ha scritto un libro modestissimo: Perchè non possiamo essere cristiani ( e meno che mai cattolici). Già il titolo basta per conseguire un bel diploma di idiozia. Ma voglio farvi partecipi di una chicca: "La critica al cristianesimo potrebbe ridursi a questo: che essendo una religione per letterali cretini, non si adatta a coloro che, forse per loro sfortuna,sono stati condannati a non esserlo. Tale critica, di passaggio, spiegherebbe anche in parte la fortuna del cristianesimo: perchè, come insegna la statistica, metà della popolazione mondiale ha un'intelligenza inferiore alla media, ed è dunque nella posizione di spirito adatta a questa e altre beatitudini". Cosa rispondere ad una tale, disarmante, presunzione? Cosa rispondere ad uno che si ritiene infinitamente più intelligente di San Paolo, San Tommaso, Sant'Agostino,Dante Alighieri, Tommaso Moro, Erasmo da Rotterdam, John Milton, San Francesco, San Domenico, Sant'Ignacio de Loyola, e migliaia e migliaia di altri?Perchè, in quanto credenti, secondo la sua logica distorta non potevano essere altro che dei cretini .Ma lo sa almeno Odifreddi, che uomini del calibro di Edison,Volta, Ampere,Marconi, Marie Curie erano credenti dichiarati?Che il Padre della genetica Mendel era un frate? tutti poveri imbecilli ottenebrati? E lo sa, Odifreddi, che Einstein scrisse: "non avevo mai avuto un interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento per essa un grande amore ed ammirazione, perchè soltanto la Chiesa ha avuto il coraggio e la perseveranza di difendere la liberà intellettuale e la libertà morale.Devo confessare che tutto ciò che prima avevo disprezzato, ora lodo incondizionatamente".Un povero scemo anche lui?Ma soprattutto, chi è Odifreddi per dare impunemente dei cretini ad esempi di Bontà universali come Giovanni Paolo II, Giovanni XXIII, Maria Teresa di Calcutta, e innumerevoli altri sparsi per i secoli, solo perchè si azzardavano a credere in Dio? Ma chi si crede di essere questo individuo? Il titolo di Utile Idiota della settimana (ma sarebbe meglio del decennio) non glielo leva nessuno. L'ateismo non sempre è sinonimo di intelligenza, tutt'altro.

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martedì, marzo 20, 2007

La Finlandia svolta a destra


HELSINKI - Scossone politico in Finlandia dopo le elezioni di ieri che hanno fatto registrare una vittoria di misura del partito di centro del premier Matti Vanhanen sui conservatori ed un sensibile arretramento dei socialdemocratici.Vanhanen, che dal 2003 guida una coalizione di governo con i socialdemocratici ed il piccolo partito della minoranza svedese, ha incontrato oggi il leader dei conservatori Jyrki Katainen, che ha espresso chiaramente la volontà di entrare a far parte dell'esecutivo. "Vogliamo entrare al governo e credo ci spetti il posto di primo ministro o quello di ministro delle finanze. Non capisco come potremmo rimanere fuori", ha detto Katainen, 35 anni.Secondo la stampa finlandese, il voto di ieri preluderebbe ad un cambio di maggioranza con l'ingresso dei conservatori ed il contestuale passaggio all'opposizione dei socialdemocratici. Vanhanen, che ha incontrato oggi anche il presidente dei socialdemocratici Eera Heinaluoma, ha invitato però a non affrettare le conclusioni ed ha sottolineato che gli incontri di oggi "sono stati solo uno scambio di impressioni, niente di ufficiale". "Il processo negoziale vero e proprio comincerà tra una decina di giorni", ha aggiunto.In Finlandia è tradizione che i due partiti che hanno ottenuto più voti alle elezioni legislative si uniscano per formare il governo. Il partito di centro si è aggiudicato 51 dei 200 seggi dell'Eduskunta, il parlamento unicamerale finlandese, uno in più rispetto ai conservatori del Partito della coalizione nazionale. Il Partito socialdemocratico (Sdp) ha ottenuto invece 45 seggi e si rivela il grande sconfitto della consultazione elettorale: dal 1962, infatti, si era sempre classificato al primo o al secondo posto.

Dopo la Danimarca e la Svezia, la Finlandia: finalmente il mito del socialismo scandinavo sta crollando. E' sorprendente notare come TUTTI i paesi più avanzati, dagli USA al Canada alla Svizzera al Giappone all'Australia alle nazioni nordiche, si stiano lentamente ma indubbiamente spostando sempre più a destra.

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sabato, marzo 17, 2007

Neocentrismo, tomba della democrazia

Continuo a sentire un sacco di gente, anche tra i miei coetanei, che spera nel ritorno di un “Centro”, che superi l’attuale distinzione tra destra e sinistra. Non nego che alcuni di loro possano essere animati da buone ragioni: la destra e la sinistra, soprattutto le loro ali estreme, non hanno dato buona prova di sé negli ultimi anni. Ma in maggioranza, questi neocentristi vorrebbero di nuovo il centro perché garanzia di minor fatica e minor responsabilità. Basta con le campagne elettorali come quella dello scorso anno, dove litighi per mesi con l’amico d’infanzia e il vicino di pianerottolo. Si voterà tutti il centro, e saremo a posto. Inoltre, basta con i dubbi atroci del tipo, e se voto per quello sbagliato?Si voterà con molta più tranquillità, dato che comunque sapremo che sarà il candidato di centro a governare. Il peccato originale dei neocentristi è proprio questo: vogliono il centro perché non vogliono la democrazia. Perché, diciamolo pure, in Italia, tra il ’48 e il ’92, la democrazia è stata molto limitata: esisteva un partito cattolico (o presunto tale) e moderato, che prendeva il 35-40 per cento, alcuni partitini moderati e laici che facevano da spalla al partitone, un fortissimo e potentissimo partito di sinistra, che però non avrebbe MAI potuto governare,e che consapevole di questo incanalava la sua influenza in altri campi, un partito di sinistra moderata di medio tonnellaggio che si barcamenava, alcuni partiti di destra dalle percentuali non disprezzabili ma isolatissimi e ininfluenti. Le elezioni per decenni sono state caratterizzate da percentuali-fotocopia (faceva clamore se un partito perdeva o guadagnava il 3%), e il governo è sempre stato, fino agli anni ’80, saldamente democristiano. Ma andava bene così. Perché fuori dalle nostre frontiere c’erano i carri armati con la stella rossa, e bisognava fare di tutto per evitare il loro ingresso in Italia. Quindi, mai un governo affidato ai loro amici del PCI, anche se quel partito rappresentava quasi un terzo dell’elettorato. Men che meno, era inimmaginabile un governo con al proprio interno le destre “sconfitte dalla storia” (monarchici e missini), anche se avevano un largo seguito. Insomma: o mangi sta minestra (leggi:ti tieni la dc al governo per tutti i secoli dei secoli amen) o salti sta finestra (leggi: precipiti il paese nel caos). Chiaro che quasi tutti gli italiani accettavano di mangiare il minestrone democristiano. Ma oggi le cose sono molto diverse. Il comunismo non esiste più, o meglio purtroppo esiste, ma di sicuro non esistono più i carri armati con la stella rossa. E poi Veltroni e Fassino non ce li vedo a dirigere un colpo di stato e poi una rete di gulag. La destra si è molto rinnovata, anzi forse è stato proprio a destra che si sono tentati gli esperimenti politici più arditi e innovativi. L’Italia, anche se non lo sembra, è una democrazia stabile. E le democrazie stabili meritano, anzi debbono esigere, il bipolarismo. Ma il bipolarismo implica fatica e assunzione di responsabilità, anche tra gli elettori. Chiaro quindi che nell’Italia della pizza e del mandolino, dello scansamento delle rogne elevato a sport nazionale, il centrismo sia visto con simpatia. Implica la rinuncia a responsabilità noiose. Ci lascia più tempo per pensare ai fatti nostri. Insomma, ci solleva dal pensiero di prendere decisioni. E’ il neocentrismo il vero antidoto, oggi, alla fatica di crescere. Ed è per questo che io lo ostacolerò ogni volta che mi sarà possibile.

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venerdì, marzo 16, 2007


parole sante. Grazie ad Ago86 per la foto!

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lunedì, marzo 12, 2007

Dedicato alla Litizzetto


'Eminenza, mi manca moltissimo.Mi manca quella sua vocina che dice no, no, no...'. Così Luciana Littizzetto si è congedata da ''Eminenz''. L'attrice saluta il cardinal Ruini (per molte trasmissioni oggetto delle gag ),sostituito nella carica di presidente della Cei da mons. Bagnasco.'Mi manca", ha aggiunto Littizzetto", quella sua vocina che dice no ai Dico, no alle staminali. Un professionista del senso di colpa. E fortuna che aveva detto che la Chiesa non faceva politica''.(Luciana Litizzetto)



certi divertimenti malsani indeboliscono il popolo e lo trasformano in plebe, la quale, come i tiranni, ama i buffoni (Victor Hugo)

Mio pensiero personale, raffinato e profondo: occupati delle tue cacchiate, cretina, ma non trattare argomenti che non potrai mai capire. Da buttare nel bidone della spazzatura, dove si trovano già Sabina Guzzanti, Bisio, Grillo, Fo...Bisognerebbe istituire una raccolta differenziata per comici idioti.

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sabato, marzo 10, 2007

The List

Mentre una mandria di degenerati sfila per la città eterna, io mi diletto con questa canzoncina dei Right Brother, dove elencano i liberal (noi possiamo ancora chiamarli comunisti) che proprio non sopportano. E mi chiedo, se dovessimo farne una in Italia, quanto dovrebbe durare? 6 ore?

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venerdì, marzo 09, 2007

Meglio il Cilicio.


“Per carità, il masochismo è una variante del piacere sessuale:ognuno goda come vuole!” sogghigna Grillini, riferendosi al cilicio della senatrice Binetti (a proposito: rispetto per questa signora, ma perché si ostina a rimanere in una coalizione del genere?). Come se il Dio cristiano fosse solo una scusa per dare libero sfogo a particolari, malsane deviazioni sessuali. Non sa però, il caro Grillini, che anche lui, pure ateo, adora un dio: il dio Benessere. E’ un dio all’apparenza molto più invitante di quello che si incarnò e morì sulla croce, non pretende stupide perdite di tempo come messe o preghiere, men che mai veri e propri atti autolesionistici come i digiuni, le penitenze o il famigerato cilicio. Il dio Benessere si contenta di essere adorato attraverso la televisione, o le pubblicità, che ci presentano sempre e solo individui bellissimi, brillantissimi,tonicissimi, super uomini e super donne insomma. Infatti, ora sulla cresta dell’onda non è tanto il dio danaro, che porta con se troppe responsabilità (“ma non si vergogna ad avere tanti soldi quando c’è gente che muore di fame in Botswana?”non è piacevole sentirsi dire cacchiate del genere ad ogni piè sospinto), quanto questo dio della bella vita. E’ sicuramente un notevole cambiamento rispetto al cristianesimo, dato che ti promette la realizzazione di un paradiso su questa terra, anziché in altre poco realistiche sedi.Ma chi crede che il dio Benessere non voglia sacrifici, si sbaglia, e di grosso. Prima di tutto, perché per seguire i dettami di questo dio, devi “sentirti bene con te stesso e con gli altri”: il che significa che, se c’è qualcosa di te che non piace agli altri, o che potrebbe non piacere, sei obbligato a cambiarla. Così arriviamo a eccessi aberranti. Un esempio?questo ragazzo lombardo,che è morto a diciannove anni per una rinoplastica. La foto ci mostra l’amara verità: era un ragazzo normalissimo, nessuno l’avrebbe mai definito deforme, ma “il naso grosso lo rendeva insicuro”. Ci ha rimesso la vita. “Ovviamente, questo non ha nulla a che fare con i fanatici religiosi del cilicio”, diranno i progressisti di ogni colore “Questa è solo la legittima ricerca del benessere”. Come dire che qualsiasi eccesso, anche il più innocuo e privo di conseguenze, compiuto in nome della religione di Cristo, è da condannare, qualsiasi scempio, anche il più tragico, compiuto in nome della legittima ricerca del benessere, va assecondato. Ma il fatto di questo ragazzo non è certo isolato: negli adolescenti il suicidio è la prima-seconda causa di morte. Chi credete che siano i ragazzi e le ragazze che si suicidano?Persone che pensano, per vari motivi, che la loro vita non sarà mai adatta a fare da soggetto per un film o una pubblicità, e che quindi non sia degna di essere vissuta. Anche l’eutanasia, l’ipocrisia della dolce morte, fa parte, chiaramente, della liturgia della nuova fede (rigorosamente minuscola). Ma c’è una categoria che paga il maggior tributo al dio più sanguinario della storia: parlo, ovviamente, dei bambini non ancora nati. La gravidanza, per la religione del Benessere, è la più grave delle malattie, perché doppia. In primo luogo, mette a rischio la vita della madre, ma ancor più importante, il suo girovita. In secondo luogo, perché se la famiglia è già adatta a recitare uno spot per il Mulino Bianco, è sempre rischioso allargare il cast. Il bambino dovrà essere perfettamente sano, il che significa, nel linguaggio contemporaneo, perfettamente omologato ad ingurgitare omogeneizzati plasmon, ad andare sui passeggini chicco, a mangiucchiare i giochi di plastica della clementoni. E per omologato intendo dire che deve esserne capace, ma anche che non deve rovinare l’azienda produttrice con cattiva pubblicità: niente-mostriciattoli-attorno-ai-nostri-prodotti. A Sparta uccidevano i bambini deformi, perché non sarebbero mai stati buoni soldati. Noi continuiamo a farlo, ma in un modo più ipocrita (affannandoci a dire che il feto non è una persona) e per un motivo più subdolo: il piccolo diversamente abile non sarà mai un buon consumatore.Non potrà mai godere appieno dell’epoca del Benessere. E anche qui, le conseguenze di questi ragionamenti perversi balzano agli onori della cronaca. Il bambino abortito a Firenze non era un mostro, semplicemente gli era stata diagnosticata una malformazione all’esofago. Grave, a quanto sembra, ma curabile. Certo, magari i plasmon erano fuori discussione, ma per il resto aveva parecchie chance di vita. Oltretutto, già al quinto mese, non si è pensato di dire:”Vabbè dai, a questo punto facciamolo nascere, poi si vedrà”. No, al dio Benessere basta un sospetto per esigere una vittima. Anche se è un sospetto del tutto campato in aria. Cosa ho voluto dire con questa specie di flusso di coscienza? Ecco, il succo è questo. Noi siamo nati per soffrire. E’ nella nostra natura, purtroppo possiamo farci poco. Certo, il buon Dio ci concede di provare molte gioie nella vita. Ma quando rinunciamo all’idea della felicità come dono, e iniziamo a credere che sia un nostro diritto di nascita, allora andiamo fuori strada, e di parecchio. La gioia eterna esiste (almeno per il sottoscritto è così) solo nell’aldilà, e purtroppo non per tutti. Ma sulla terra, il dolore e l’imperfezione ci perseguiteranno sempre. La scienza, per grazia di Dio, ci fornisce strumenti per alleviare sia l’uno che l’altra: ma tali strumenti, la chirurgia plastica, le diagnosi prenatali, la fecondazione assistita, se usati in maniera miope, credendo che possano vaccinarci dal dolore e dalla tristezza, rischiano soltanto di fare del male a noi e a quelli che sono sotto nostra tutela.Rischiamo di iniziare a vedere il nostro corpo, o perfino la vita altrui, come ostacoli al raggiungimento di quella felicità che ci siamo arrogati come diritto.Di conseguenza, rischiamo di trasformare in tragedie le nostre pretese. E di spalancare per noi le porte di un infelicità molto maggiore di qualsiasi altra mai provata su questa terra. A confronto di questo,il cilicio della signora Binetti sembra davvero un giocattolo innocuo.

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martedì, marzo 06, 2007

Ti piace il Giappone?Al Giappone non piaci tu!

Cosa dire? Da un lato, ti passa la voglia di andare in Giappone. Ma dall'altro, viene una certa invidia segreta. In ogni caso, sarebbe bene che certa gente la piantasse di vedere nazionalismo e razzismo come appannaggio esclusivo della razza bianca.

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venerdì, marzo 02, 2007

Un libro che non leggeremo mai in italiano

Ho appena acquistato (30 euro! ma ne è valsa la pena) il libro di Mark Steyn, il corrosivo columnist canadese. America Alone- The end of the world as we know it, è il titolo. In pratica spiega, in maniera secondo me inconfutabile, come l'Occidente, oltre che la Russia e il Giappone, sia condannato all'estinzione demografica. Le uniche nazioni che si possono salvare dal disastro sono appunto l'America e i cuginetti oceanici (Australia e Nuova Zelanda). Un libro che consiglio a tutti coloro che masticano l'inglese: non si aspettino di vederlo tradotto in italiano. Per chi non conosce la lingua, consiglio la sintesi che ne fa Fausto Carioti.

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