
“Per carità, il masochismo è una variante del piacere sessuale:ognuno goda come vuole!” sogghigna Grillini, riferendosi al cilicio della senatrice Binetti (a proposito: rispetto per questa signora, ma perché si ostina a rimanere in una coalizione del genere?). Come se il Dio cristiano fosse solo una scusa per dare libero sfogo a particolari, malsane deviazioni sessuali. Non sa però, il caro Grillini, che anche lui, pure ateo, adora un dio: il dio Benessere. E’ un dio all’apparenza molto più invitante di quello che si incarnò e morì sulla croce, non pretende stupide perdite di tempo come messe o preghiere, men che mai veri e propri atti autolesionistici come i digiuni, le penitenze o il famigerato cilicio. Il dio Benessere si contenta di essere adorato attraverso la televisione, o le pubblicità, che ci presentano sempre e solo individui bellissimi, brillantissimi,tonicissimi, super uomini e super donne insomma. Infatti, ora sulla cresta dell’onda non è tanto il dio danaro, che porta con se troppe responsabilità (“ma non si vergogna ad avere tanti soldi quando c’è gente che muore di fame in Botswana?”non è piacevole sentirsi dire cacchiate del genere ad ogni piè sospinto), quanto questo dio della bella vita. E’ sicuramente un notevole cambiamento rispetto al cristianesimo, dato che ti promette la realizzazione di un paradiso su questa terra, anziché in altre poco realistiche sedi.Ma chi crede che il dio Benessere non voglia sacrifici, si sbaglia, e di grosso. Prima di tutto, perché per seguire i dettami di questo dio, devi “sentirti bene con te stesso e con gli altri”: il che significa che, se c’è qualcosa di te che non piace agli altri, o che potrebbe non piacere, sei obbligato a cambiarla. Così arriviamo a eccessi aberranti. Un esempio?questo ragazzo lombardo,che è morto a diciannove anni per una rinoplastica. La foto ci mostra l’amara verità: era un ragazzo normalissimo, nessuno l’avrebbe mai definito deforme, ma “il naso grosso lo rendeva insicuro”. Ci ha rimesso la vita. “Ovviamente, questo non ha nulla a che fare con i fanatici religiosi del cilicio”, diranno i progressisti di ogni colore “Questa è solo la legittima ricerca del benessere”. Come dire che qualsiasi eccesso, anche il più innocuo e privo di conseguenze, compiuto in nome della religione di Cristo, è da condannare, qualsiasi scempio, anche il più tragico, compiuto in nome della legittima ricerca del benessere, va assecondato. Ma il fatto di questo ragazzo non è certo isolato: negli adolescenti il suicidio è la prima-seconda causa di morte. Chi credete che siano i ragazzi e le ragazze che si suicidano?Persone che pensano, per vari motivi, che la loro vita non sarà mai adatta a fare da soggetto per un film o una pubblicità, e che quindi non sia degna di essere vissuta. Anche l’eutanasia, l’ipocrisia della dolce morte, fa parte, chiaramente, della liturgia della nuova fede (rigorosamente minuscola). Ma c’è una categoria che paga il maggior tributo al dio più sanguinario della storia: parlo, ovviamente, dei bambini non ancora nati. La gravidanza, per la religione del Benessere, è la più grave delle malattie, perché doppia. In primo luogo, mette a rischio la vita della madre, ma ancor più importante, il suo girovita. In secondo luogo, perché se la famiglia è già adatta a recitare uno spot per il Mulino Bianco, è sempre rischioso allargare il cast. Il bambino dovrà essere perfettamente sano, il che significa, nel linguaggio contemporaneo, perfettamente omologato ad ingurgitare omogeneizzati plasmon, ad andare sui passeggini chicco, a mangiucchiare i giochi di plastica della clementoni. E per omologato intendo dire che deve esserne capace, ma anche che non deve rovinare l’azienda produttrice con cattiva pubblicità: niente-mostriciattoli-attorno-ai-nostri-prodotti. A Sparta uccidevano i bambini deformi, perché non sarebbero mai stati buoni soldati. Noi continuiamo a farlo, ma in un modo più ipocrita (affannandoci a dire che il feto non è una persona) e per un motivo più subdolo: il piccolo diversamente abile non sarà mai un buon consumatore.Non potrà mai godere appieno dell’epoca del Benessere. E anche qui, le conseguenze di questi ragionamenti perversi balzano agli onori della cronaca. Il bambino abortito a Firenze non era un mostro, semplicemente gli era stata diagnosticata una malformazione all’esofago. Grave, a quanto sembra, ma curabile. Certo, magari i plasmon erano fuori discussione, ma per il resto aveva parecchie chance di vita. Oltretutto, già al quinto mese, non si è pensato di dire:”Vabbè dai, a questo punto facciamolo nascere, poi si vedrà”. No, al dio Benessere basta un sospetto per esigere una vittima. Anche se è un sospetto del tutto campato in aria. Cosa ho voluto dire con questa specie di flusso di coscienza? Ecco, il succo è questo. Noi siamo nati per soffrire. E’ nella nostra natura, purtroppo possiamo farci poco. Certo, il buon Dio ci concede di provare molte gioie nella vita. Ma quando rinunciamo all’idea della felicità come dono, e iniziamo a credere che sia un nostro diritto di nascita, allora andiamo fuori strada, e di parecchio. La gioia eterna esiste (almeno per il sottoscritto è così) solo nell’aldilà, e purtroppo non per tutti. Ma sulla terra, il dolore e l’imperfezione ci perseguiteranno sempre. La scienza, per grazia di Dio, ci fornisce strumenti per alleviare sia l’uno che l’altra: ma tali strumenti, la chirurgia plastica, le diagnosi prenatali, la fecondazione assistita, se usati in maniera miope, credendo che possano vaccinarci dal dolore e dalla tristezza, rischiano soltanto di fare del male a noi e a quelli che sono sotto nostra tutela.Rischiamo di iniziare a vedere il nostro corpo, o perfino la vita altrui, come ostacoli al raggiungimento di quella felicità che ci siamo arrogati come diritto.Di conseguenza, rischiamo di trasformare in tragedie le nostre pretese. E di spalancare per noi le porte di un infelicità molto maggiore di qualsiasi altra mai provata su questa terra. A confronto di questo,il cilicio della signora Binetti sembra davvero un giocattolo innocuo.
Etichette: cattolicesimo, Fede, laicismo