Il Reazionario

Sono un reazionario, postero mio diletto, perché mi oppongo al progresso e voglio far rivivere le cose del passato. Ma un reazionario molto relativo, perché il vero bieco reazionario è chi, in nome del progresso e dell'uguaglianza sociale, vuol farci retrocedere fino alla selvaggia era delle caverne e poter così dominare una massa di bruti progrediti ma incivili. (Giovannino Guareschi)

Nome:
Località: Bologna, Bologna, Italy

Studente all'università di Bologna, 21 anni,dotato di scarsa simpatia per il comunismo...

sabato, febbraio 24, 2007

"Una merda in calze di seta"

Così Napoleone quando parlava Tallyerand, e credo che questa cruda ma realistica definizione possa andare bene anche per un certo personaggio politico dell'italia contemporanea, che dopo essere stato per quasi 5 anni al governo con la destra sosterrà il governo comunista. A questo punto, spero sinceramente che il prossimo congresso dell'UDC metta in luce le spaccature all'interno del partito. Coloro che stanno genuinamente e sinceramente con il centrodestra, da una parte, i traditori e gli opportunisti di ogni risma dall'altra. Meglio un UDC smagrito, ma sano, che un covo di serpi in seno.

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venerdì, febbraio 23, 2007

Splendido video!

Intanto che aspettiamo fiduciosi la caduta di Prodi, vi offro questa splendida canzone, di un gruppo americano politicamente molto scorretto : I right brother. Musica che nessuna stazione radio italiana vi farà mai sentire. A mio parere, un magnifico inno alla vita.

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giovedì, febbraio 22, 2007

A casa,pretone rosso!

Questo governo è durato, comunque troppo. Troppo perchè ha messo in crisi intere classi sociali: i lavoratori autonomi (cioè il 25% di tutta la popolazione attiva) le forze dell'ordine, le famiglie numerose, i pensionati. Ha incrinato i rapporti con molti fedeli alleati internazionali. Ha perso ogni rispetto per la Chiesa, e per la morale di cui è portatrice e che rientra nella nostra storia. Ha privilegiato i delinquenti rispetto ai cittadini onesti, con l'indulto. Ha rinunciato a tante grandi opere che avrebbero reso l'Italia un paese più moderno (Mose, Tav, rigassificatori, ponte sullo stretto). Quindi, per quel che vale la mia opinione (niente) ieri è stato un giorno ottimo per l'Italia. E ora, senza indugio, si torni alle urne. Qui una puntuale analisi del bravo Fausto Carioti.

venerdì, febbraio 16, 2007

Prodi è nei guai. Ma...

Allora, quanti guai ha questa sinistra? tantissimi. I dico, si stanno rivelando una rogna non da poco. La Chiesa si è schierata pesantemente e giustissimamente contro, creando moltissimi imbarazzi (a proposito, che squallore la frase di una ministra della repubblica, più bella che intelligente, che non si vergogna di dire: "amo la Chiesa che si occupa delle cose di Dio". da sotterrarsi). L'Afghanistan, su cui Bush vuole forzare la mano agli alleati nato, rischiando di spaccare una già fragile maggioranza. Le brigate rosse, i loro legami con il sindacato, di cui Cofferati era il leader, quel Cofferati che proprio in questi giorni subisce gli attacchi (giustificatissimi) della vedova di una vittima delle br. La manifestazione di domani (ma state tranquilli, non succederà nulla, il servizio d'ordine della cgil funziona sempre, è infallibile: sembra quasi che sia stato preparato per uno stato totalitario...), che non farà dormire parecchie persone stanotte. Ma la cosa davvero incredibile sapete qual'è? che nonstante questi e molti, molti altri guai, il governo riuscirà a stare a galla. Un po' perchè è guidato dal Grande Galleggiatore, ma soprattutto per l'opposizione scialba, al limite della connivenza, della destra. e questo è molto triste.

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martedì, febbraio 13, 2007

CGIL e terrorismo: strani legami

A fianco, la CGIL per il controllo delle armi: ci credo, le loro sedi ne sono già rifornite a sufficienza.

Quindici arrestati nell’operazione antiterrorismo, e otto sono iscritti alla Cgil. Tra gli obiettivi avevano inquadrato personaggi simbolo del mondo del lavoro, tra cui ex dirigenti della Breda e il professore Piero Ichino, esperto di diritto del lavoro critico con lo strapotere sindacale in Italia. Tra gli scopi avevano inserito la costituzione di cellule rivoluzionarie in ogni fabbrica. E il loro foglio clandestino, L'Aurora, manifestava «apprezzamento» per l'omicidio di Marco Biagi.Ancora la Cgil come terreno di infiltrazione - se non di coltura - di frange armate, dopo l'arresto nel 2003 di Bruno Di Giovannangelo, l'impiegato delle poste fiorentino coinvolto nell'inchiesta per l'omicidio di Massimo D'Antona, giuslavorista anch'egli come Biagi. Polemiche avevano investito Flavio Vallan, segretario Fiom del Friuli Venezia Giulia che negli anni ’80 fu condannato a un anno e mezzo di carcere per banda armata dopo essersi dissociato dalla lotta terroristica. Ma soprattutto la Cgil era stata additata come «mandante morale» degli assassini di Biagi.Nessuno degli otto arrestati ricopre incarichi di primo piano nel sindacato rosso. Due, però, figurano tra i 100 membri del consiglio direttivo della Fiom (la federazione dei metalmeccanici) di Padova come delegati delle rispettive aziende. Sono Davide Bortolato, operaio alla Final di Vigonza (lavorazioni di alluminio) e Massimiliano Toschi, dipendente alla Parpas di Cadoneghe, una fabbrica di caldaie. Altri tre arrestati hanno in tasca la tessera Fiom: i padovani Andrea Scantamburlo della ZF di Selvazzano (motori marini), Alessandro Toschi, fratello di Massimiliano e operaio come Bortolato alla Final, e il milanese Massimiliano Gaeta della Alstom Power. Davide Rotondi, il basista di Davanzo, era un ex Cgil. Era nel direttivo della Funzione pubblica del sindacato quando apparteneva alle Rsu di una casa di cura di Abano (Padova). Nell'ufficio postale della località termale lavora Valentino Rossin, iscritto al Sindacato lavoratori della comunicazione Slc, mentre Amarilli Caprio, unica donna finita in manette, di recente trasferitasi da Padova a Milano, è impiegata alla Tnt (spedizioni) e ha la tessera Filt, Federazione del lavoratori dei trasporti. Il torinese Vincenzo Sisi, operaio alla Ergom di Borgaro (materie plastiche) è infine della Filcem, la federazione dei chimici.Proprio l'insospettabile Sisi appare come una figura di primo piano dell'organizzazione eversiva: in un orto non lontano dalla sua abitazione, gli investigatori hanno disseppellito armi, proiettili e materiali sulla lotta armata. Ma in fabbrica Sisi è un personaggio dimesso, uno che interviene poco nelle assemblee, un delegato lontano dall'oltranzismo. Aveva lavorato alla Fiat fino al 1993, quando era stato licenziato perché era tra gli «autoconvocati» della Fiom che avevano sconfessato i vertici di allora dopo l'accordo sul blocco della scala mobile. Ma Sisi aveva trovato subito un altro posto in un’azienda dell'indotto Fiat, la Ergom appunto, fabbrica di componenti plastici per auto di proprietà dell'ex patron del Torino calcio Franco Cimminelli. La Digos torinese considera Sisi «promotore, costitutore, capo e organizzatore» del Pcpm. Sarebbe lui il capo della struttura eversiva piemontese.E sempre in Piemonte, in val Susa, è stato perquisito (senza essere indagato) un altro dirigente della Cgil, M. P., attivista anti Tav. I sindacalisti arrestati sono stati sospesi dalla segreteria Cgil, che ha espresso «fiducia, sostegno e apprezzamento» a magistrati e forze dell'ordine. (Il Giornale)

Primo, non tutti quelli che militano nella CGIL sono terroristi. Ma ormai quasi tutti i terroristi rossi passano dalla CGIL. diciamo che l'1% degli iscritti al sindacato è un terrorista, oppure li appoggia e li sostiene, oppure lo è stato in anni lontani (la stragrande magggioranza dei tesserati CGIL sono pensionati), e desidera quindi sovvertire e distruggere le istituzioni dello Stato italiano. Il restante 99% comprende gente per bene, che del tutto in buona fede fa di tutto per distruggere l'economia dello stato italiano. Quando si dice la divisione dei compiti...

Secondo: complimenti a Feltri, a Ichino e a Silvio: essere minacciato di morte dalle br è un sicuro attestato di buon lavoro svolto. Non ho molto altro da dire su questa storia, sennonchè non mi dispiace affatto vedere il sindacato nei guai: chissà che gli ultimi lavoratori che ancora si fanno infinocchiare da quei pifferai magici non si diano una svegliata.

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sabato, febbraio 10, 2007

In difesa di Ariel Toaff (piccola carrellata di revisionisti o presunti tali)

Il povero Ariel Toaff è disperato. E' stato attaccato da ogni livello del mondo intellettuale, sia ebraico che goym; gli è stato aizzato contro il suo stesso padre, il novantaduenne (e presumibilmente un po' svanito) ex rabbino di Roma; è stato trattato come un paria, come un lebbroso dei secoli bui.Il motivo? Non ha ammazzato nessuno, non ha fatto fuori un poliziotto allo stadio o stuprato una ragazzina (peccati veniali nell'Italia prodiana). Ha scritto un libro che non avrebbe mai dovuto scrivere: pasque di sangue.In pratica, Toaff, studioso di storia, sostiene che in alcune comunità ebraiche bassomedioevali, siano stati compiuti sacrifici umani rituali, in massima parte di bambini figli di gentili. Apriti cielo! La vecchia menzogna antisemita che trova validità!La politica mischiata alla storia ha fatto un' altra vittima. Eppure cos'hanno da temere gli ebrei da un libro del genere? un manipolo di rabbini scellerati sparsi nei mille anni di medioevo europeo sono una così grave minaccia per l'ebraismo nel 2007? Sminuiscono in qualche modo la sua storia? Evidentemente il problema non è questo.Il problema è che la storiografia convenzionale italiana, quella per intenderci politicamente scorretta, si sente da qualche anno sotto assedio. I "revisionisti", come li definiscono sprezzantemente i bempensanti della storia, si fanno ogni anno più audaci. In pratica, in Italia si aborre l'idea di storia come "lettura del passato con gli occhi del presente". Per molti storici italiani la storia non si può rileggere, è un dogma di fede.Guarda caso, un dogma scritto a loro uso e consumo. Questa smania antirevisionsta ha raggiunto il culmine nel febbraio del 2004, quando su MicroMega (per chi non lo conoscesse, la rivista di Paolo Flores D'Arcais, tanto glamour nelle forme quanto squallida nei contenuti), con lo storico D'Orsi. Questo professore si è ingegnato a preparare una gogna cartacea per tutti i revisionisti d'Italia, accusati di operare "un gigantesco capovolgimento della verità,una sua grandiosa mistificazione, un suo rovesciamento talora ingegnoso, talaltra di piccolo cabotaggio, ma quasi sempre intellettualmente disonesto".Seguivano i nomi dei criminali della guerra revisionista: Sergio Romano, Francesco Perfetti, Ernesto Galli della Loggia, Giovanni Belardelli, Giovanni Sabbatucci,Gianni Oliva, Paolo Mieli, Pierluigi Battista, Giampaolo Pansa, Giuliano Ferrara, Arrigo Petacco,Silvio Bertoldi, Antonio Spinosa.Questi, "più alcuni mestieranti che con la pratica della storia nulla hanno a che fare", come Cecchi Paone, sino a "mestieranti della chiacchierà, divorati dal demone anticomunistico", come Paolo Guzzanti, Ferdinando Adornato, Antonio Socci, Renzo Foa. Questa gogna, appunto, fu stampata sia su MicroMedia, che su Repubblica (che non si smentisce mai).Un ottimo elenco, ma non del tutto completo: vari personaggi sono stati dimenticati. Il primo, Bruno Vespa, che con il suo "Vincitori e vinti", ha fatto un ritratto della resistenza italica non proprio privo di ombre. Luca Telese, di sinistra (come poi molti di quelli messi all'indice da D'Orsi) ma capace di scrivere un' opera come "Cuori Neri", sugli anni di piombo. E non dimentichiamoci di Giuseppe Parlato, Giordano Bruno Guerri,Roberto Beretta, e chissà quanti me ne scordo.Se andiamo un po' indietro nel tempo, additati di revisionismo furno, ai loro tempi,Renzo De Felice, Indro Montanelli e Giorgio Pisanò, più, tra i "mestieranti della chiacchiera", alcune mezze tacche tipo Guareschi, Longanesi, Prezzolini. Ma poi, perchè limitare l'accusa di revisionismo al solo "attentato di lesa resistenza"? Ogni interpretazione che non garbi ai progressisti sarà additata come tale. E allora, ecco entrare di diritto nel club l'Apologeta, colui che difende l'indifendibile (il passato della Chiesa Cattolica): Vittorio Messori. Aggiungiamogli i suoi epigoni come Rino Camilleri, le redazioni delle riviste Timone e Radici Cristiane, alcuni individui come Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, e Pietro Melograni, il traditore della causa (se ne andò dal comunismo dopo i fatti d'Ungheria, e da allora ha scritto alcune cose non proprio gradite ai rossi). Sempre sulle riviste, onta e disdoro su Nuova Storia Contemporanea, e su Area.Altri revisionisti sono senza dubbio Franco Cardini e Massimo Fini, che hanno avuto la spudoratezza di descrivere il medioevo come un periodo non troppo brutto per viverci. Tutti costoro sono stati definiti, in un modo o nell'altro, dei revisionisti.Piccolo problema: nelle case degli Italiani, è molto più facile trovare un libro di storia scritto da un revisionista che non da altri.Le aggressioni, anche fisiche come quella subita da Pansa a Reggio Emilia, lungi dall'intimidire rafforzano le idee. Creano un surplus di aspettative e curiosità.
Quindi, per concludere questa piccola carrellata di reviosinisti nostrani, dico questo: cari storici progressisti, piantatela di lanciare anatemi. Avete ancora una notevole forza, ma il monopolio della storia non è più vostro. Prima ne prenderete atto, meglio sarà. E Ariel Toaff si tranquillizzi: il suo libro sarà un successo. Come tutti quelli che non si sono piegati alla trombonaggine di certi storici.

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venerdì, febbraio 09, 2007

10 febbraio: il dovere di non dimenticare


"Sulla scorta della documentazione e dalle analisi compiute negli ultimi anni confermiamo che le vittime, militari e civili, per mano slavo-comunista, non furono meno di 16.500." A cui andrebbero aggiunti, per correttezza, gli almeno 25 mila assassinati dai partigiani nostrani nel resto del nord. Mi raccomando, parlate sempre di questi fatti, ogni volta che vi è possibile: questi, purtroppo per loro, sono mrti dalla parte sbagliata. Il loro ricordo non sarà mai "istituzionale", ma sempre legato alla memoria del nostro popolo. Facciamo in modo che non si spenga. Cliccate qui per maggiori informazioni su quella tragedia.

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Rudy time!


Quest'uomo non mi rappresenta totalmente: è favorevole all'aborto, e io sono contrarissimo. E' favorevole ai matrimoni gay, e idem come sopra. Il suo hobby preferito è quello di travestirsi da donna, e insomma non mi sembra una cosa molto dignitosa (anche se meglio travestirsi da donna che travestirsi da Prodi). E' divorziato, e a me non piacciono i divorziati. E' nuiorchese fino al midollo, ed io diffido di tutti i metropolitani. Eppure, non posso fare a meno di tifare visceralmente per lui. sarà solo nazionalismo, sarà che Giuliani è stato uno dei pochi a suscitare ammirazione in Oriana Fallaci (garanzia di sicuro valore), sarà la sua determinazione ad abbassare le tasse e ad aumentare la sicurezza, il contrario di quel che fa il nostro governo. Sarà che Mc Cain non mi dice niente, e in quanto ai democratici è meglio soprassedere. Saranno tutte queste cose insieme. Ma io non riesco a trattenermi dal gridare: Forza Rudy, fai sognare l'America, l'Italia, e tutto l'Occidente!

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venerdì, febbraio 02, 2007

Una Repubblica silviocentrica


Ma è possibile che i comunisti (mi spiace davvero tanto, ma io non riesco a chiamarli in altro modo) siano talmente ossessonati da Berlusconi da perdere ogni senso del pudore? Prendete Repubblica, per esempio: dovrebbe essere il giornale degli intellettuali, ma in due giorni ha dedicato una decina di pagine ad un fatto che sarebbe stato snobbato perfino dal "Corriere della Serva" (che sarebbe poi il resto del carlino, ma non diciamolo). Insomma, se la politica italiana è Berlusconi-dipendente, la colpa è dei tanti monomaniaci di sponda rossa, che pensando di danneggiare il Cavaliere non fanno altro che catapultarlo sempre più al centro della scena. Per dirne uno, ma Travaglio come fa a scrivere tre libri e migliaia di articoli ogni anno sempre sullo stesso argomento? Fatalmente, quando uno non riesce a pensare ad altro, la lucidità intellettuale decade.

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